Si congeda un Genio

"Si congeda un Genio"

“Si scopre il mondo straordinario della cultura Sudamericana”

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Nel 2000, un anno dopo che allo scrittore colombiano viene diagnosticato un cancro linfatico e in concomitanza col diffondersi della falsa notizia della sua prossima morte, inizia a circolare in rete "La Marioneta". Lo scritto si diffonde rapidamente, attribuito a García Márquez quale sua lettera di commiato dagli amici. Ancora oggi, in molti, ritengono "La Marioneta" opera del nobel colombiano. La paternità dello scritto è stata smentita dallo stesso García Márquez in un'intervista del periodico mattutino salvadoregno "El Diario de Hoy", datata 2 giugno 2000. Nell'articolo, García Márquez ha detto: "Quello che potrebbe uccidermi è che qualcuno creda che io abbia scritto una cosa così kitsch. È la sola cosa che mi preoccupa". In seguito, García Márquez e il vero autore dell'opera, Johnny Welch, si sono incontrati, ponendo fine alla querelle. 

 "La Marioneta" fa parte del libro "Lo Que Le He Enseñado a la Vida", scritto dall'alterego dello scrittore messicano, Don Molfes. Il libro, in realtà, è un doppio libro, che si può leggere sia da un verso sia dall'altro. Nel verso corretto, si trova "Lo Que Me Ha Enseñado la Vida" (Quello che mi ha insegnato la vita), a firma di Johnny Welch. Leggendo, invece, il libro dalla quarta di copertina, si trova "Lo Que Le He Enseñado a la Vida" (Quello che ho insegnato alla vita), a firma di Don Molfes.

“Si congeda un genio”

Gabriel García Márquez si è ritirato dalla vita pubblica per ragioni di salute: cancro linfatico.

 Ora sembra che sia sempre più grave. Ha spedito una lettera di congedo ai suoi amici pervenutami tramite la rete, che vi giro, sperando di far cosa a voi gradita.

 Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.

 Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano.

Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce.

Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono.

 Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.

 Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

 Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.

 Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.

 Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore.

 Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!

 A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.

 Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.

 Ho imparato così tanto da voi, Uomini...  Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.

 Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre.

 Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.

Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granchè utili, perchè quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.

Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima.

 Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri.

 Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora.

Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.

Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò.

 Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perchè se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio.

Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci.


Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti.