Possibili e probabili

il Fondino del 02 Luglio 2012

Il gioco dei possibili e dei probabili

Condividi  

Roberto Maroni con la nuova Lega vuole smarcarsi definitivamente dal PdL, almeno finchè rimane in gioco Berlusconi; ma Berlusconi cerca di riagguantarlo, malgrado una certa laicità dello stesso Maroni e malgrado la pervicace volontà di tenersi in equilibrio sull’orlo dell’abisso e di non cadervi, del Flavio Tosi Sindaco di Verona.

Una idea abbastanza attendibile, malgrado tutto,  è quella per cui Il fallimento delle intese con il centro sinistra sarebbe rimasto un nodo irrisolto nell’immaginario politico del “barbaro sognante ”  Maroni,

*************

Fini con il FLI traccia sul territorio un confine, secondo un rito antico un poco demodè  come quello di Romolo e Remo, per dare una idea, un poco come ricavare dal mare basso un piccolo bacino di sale.

E provvidamente sostiene: lo spartiacque è Monti; da una parte chi lo sostiene e lo ha sostenuto, dall’altra parte il resto.

Il Terzo Polo non è più attuale e si vede e non da adesso né lo creerebbero i postulati di un improbabile teorema elettorale di una legge  di cui non si avvertono neanche i sintomi della fioritura se on della fruttificazione.

Meglio rifarsi al partito o alla coalizione “patriottica, ancora non è chiarissimo.

Naturalmente anche il sostegno a Monti, tiepido o convinto, può essere una discriminante. I cattivi, mormorano che non è lui che assegna i posti a tavola perché è egli stesso un eventuale invitato.

Né conta l’essere l’attuale Presidente della Camera. Nessuna antipatia nei suoi confronti, ma la realtà è questa.

*************

Di Pietro, per o pur di difendere la individualità del suo movimento recita la parte del  “pierino”, distinguendosi ossessivamente dal PD, come suo schema di gioco. Non ha una grande squadra, non ha un gioco, si dedica esclusivamente alla difesa mostrandosi arcigno e tenta l’avventura in contropiede, tanto “parlar male è peccato ma a volte si indovina” o nel suo caso “ ci si azzecca”.

Teme però che, nell’immaginario collettivo della pantomima, venga scalzato da Grillo e questo lo mette di malumore e si vede !!

Se Di Pietro non parlasse male del Presidente Napolitano, del PD, dell’UDC,  malgrado la sua simpatia per le sue trovate da meridionale e le sue inflessioni di attore di scuola napoletana, il molisano non avrebbe ragione di continuare con il suo IDV.

************

Vendola, nella sua leggiadra lingua, quantunque tratti argomenti grevi, parodia un verso di De  Filippo: “Ed io che faccio  ‘o llassu sulo e cu qua core ” e si infila nella provvidenzialità delle simpatie del PD verso i dissidenti che potrebbero tornare utili.

Senza la necessità di tenersi stretto Di Pietro, la  sua vivacità dialettica ed il suo impegno avrebbe potuto determinare l’equilibrio PD-centrico contrastando l’imbarazzato rapporto con il moderatismo dell’UDC; si dice così ?

***********

L’UDC è di vocazione pendolare, ma centista fino all’osso, cioè ha sviluppata la vista a 360 gradi, muta e vaga con gli occhioni buoni e mobili del Gufo reale, come la pioggia di marzo, “nu poco chiova e nu pocu stracqua”, con un occhio alla destra e con un occhiolino alla sinistra. Naturalmente  fino all’osso.

Che non vuol dire amici sempre e per la vita, così in profondo da raggiungere l’osso. Vuol dire più semplicemente finchè ( a meno che ) sia un osso l’oggetto del desiderio e quindi del contendere, fosse anche con il vicino prossimo. Francesco Rutelli e la sua pattuglia sanno bene che è la seconda interpretazione quella giusta.

Anche per loro il tema del Terzo Polo è accantonato, come per Fini.

Intanto nelle Regioni e nei Comuni, secondo la vetusta logica dei due dei tre dei quattro forni, ora con l’uno ora con l’altro, con “non chalant” si giustificano l’alleanza con quelli di destra e se sono fascisti meglio ancora, se poi sono gabellieri è il massimo.

Il Casini dimostra confidenza “emiliana” con Bersani e promette sfracelli contro i non Montiani, dimostrando doti di “mosca nocchiera”. Ma al PD, almeno nella parte ex democristiana, non va giù di passare da cornuto.

Ma cosa deve fare l’UDC, man mano che aumentano i rischi di un mollamento del PD? Per esempio  togliere un poco i tappi dalle orecchie, messi apposta per evitare il suono delle sirene berlusconiane, ma continuando questo gioco tattile e auricolare: togli e rimetti, togli e rimetti…..

Chissà che non gli venga l’ispirazione della soavità interruttiva di una musica di Schoenberg o più semplicemente di Craig Armstrong.

*******************

 E siamo al gioco possibile del PD.

Si allea con l’UDC ed esclude gli altri con il rischio di straperdere, visto che c’è sempre la tentazione in questo paese di confermare quel che in parte è vero: L’Italia preferisce cento volte votare sul centro destra se l’alternativa non è chiara, tangibile e coraggiosa.

Ancora una volta lo spettro degli eventi del 1924  e del ritiro sull’Aventino sono emblematici.

L’eventualità di un rientro di Berlusconi con la sua compagnia, meno allegra e più attempata, più satolla di poteri, meno “fru fru”, più annoiata e quindi noiosa e  pur sempre variopinta, sarebbe un disastro.

E’ probabile che si ponga il problema della coerenza e che si vada ad una interpretazione corretta del bipolarismo in regime maggioritario.

In Italia c’è sempre una riserva di fondo sul bipolarismo, e le pulsioni unitarie hanno avuto il loro fascino.

Non si è voluto però accedere a questa idea al tempo di Moro, per esempio, non vorremmo che a qualcuno venisse in mente di accettare la proposta  che starebbe per fare il centro destra, malamente scimmiottando la tedesca  “Grosse Koalition” sic!!.

Dunque il tema è: Il PD con quale coalizione e quindi maggioranza intende governare? O meglio con quale coalizione sarà costretta a governare, perché prima deve vincere le elezioni?

Il dilemma deve scioglierlo prima delle elezioni perché con questa legge elettorale non è possibile rinviare la formazione della maggioranza di governo a “dopo la verifica del risultati”.

E siccome gli avversari del PD questo lo sanno, impediranno ogni modifica alla presente legge elettorale, come stanno impedendo la riduzione del numero dei parlamentari.

In fondo non sarebbe realistico  che  Berlusconi pensasse seriamente di entrare in una coalizione di salvezza nazionale del “tutti insieme”. Interessa che una falange consistente dei suoi sieda in Parlamento, per ogni evenienza…....

Franco Petramala