Alfano

il Fondino del 23 aprile 2012

 

 

 

 

 

 

 

Alfano del PDL ieri ha incoraggiato Scopelliti ad andare avanti ed operare da Presidente della Regione, forte della esperienza del  modello Reggio.
Abbiamo l’impressione che qualche “nemico” di Scopelliti sia stato il suggeritore di Alfano, non immaginando che Alfano sia suo nemico. Se così è non si deve andare tanto lontani…..
In Calabria e non è storia recente, si fa a gara - tanto per complicar le cose - nell’inventare modelli; c’è il modello del tal Comune, quello della tal Provincia, della Regione (questo in verità nessuno lo aveva mai vantato !!), tutti puntualmente per una ragione o per l’altra poco resistenti alla resa dei conti, sfumata l’influenza del messaggio autoreferenziale.
Se si costruisce un’opera pubblica o due o tre, si trae pretesto perché venga presentato come modello; si svolge un compito istituzionale e si trae pretesto perché venga presentato come modello, geometrica espressione del…nulla
Si tende a popolare questa terra di modelli, di manichini direbbe il buontempone, ombre da annerire, rappresentazioni di miti, banalità, caricature e quantaltro.
Intanto il moltiplicarsi dei modelli fa perdere l’orientamento come se si cercasse di fretta l’uscita di un guardaroba affollato di un teatro!! E, cosa più grave, disorienta la coscienza del cittadino: essa si ritrae a poco a poco e la sua osservanza dell’Ordinamento, diviene obbedienza ad un modello, atto ripetitivo e quindi acritico.
“Obbedienza e coscienza” è il titolo ed il contenuto di uno scritto di Giuseppe Capograssi, pensatore cattolico,  cui devo questo spunto. Semplicemente egli sostiene che il cittadino è il Cives e l’Ordinamento e quello comunitario e quindi unico.
Mi sono spesso domandato quale sia l’Ordinamento cui fa riferimento il Calabrese giacchè l’obbedienza è un atto, spesso al potente prepotente, e la coscienza è la coscienza.
In tali condizioni, che babele !!, c’è l’Ordinamento dello Stato, quello della pratica clientelare, dell’appartenenza e della cooptazione sociale, spesso quello della Ndrangheta, del mondo “Basilisco”, di recente dunque, secondo Alfano, quello della Regione ispirato al modello Reggio.
C’è tutto e di tutto in Calabria. Perfino persone di grande lodevole rabbia, persone le cui ghiandole surrenali si eccitano gridando: questo non è giusto o questo è di cattivo gusto; purtroppo però manca certamente il cittadino.
Dunque il Calabrese, domandiamocelo, a quale Ordinamento deve fare riferimento?
Il Calabrese invece di averne uno, di Ordinamenti ne ha tre, quattro e oltre, fra Ordinamenti,  Sottordinamenti.
Per avere  identità, al Calabrese non gliene basterebbe uno ?

Franco Petramala