Papa Bergoglio in Brasile

il Fondino del 29 Luglio 2013

Papa Bergoglio in Brasile

Per quanto ci si possa svegliare presto e per tempo, la nostra sorte è sempre più spedita.

Ansiosi per i giovani occupati ad acquisire un vissuto ancora non conosciuto e quindi  impegnati nella sua esplorazione, troppo spesso prendiamo coscienza di quel che dovremmo fare nella imminenza del rischio del pericolo o del già accaduto.

C’è una sorta di dovutezza, quando essa è avvertita, che quante volte si imbatte nella ritualità di atti comportamenti o perfino linguaggio, rende l’atteggiamento conclusivo carente di intelligenza emotiva.

Probabilmente perché manteniamo un atteggiamento dissociato fra le generazioni, quelle adulte ritenendosi al riparo da rischi e considerando la sofferenza e la difficoltà dei giovani altra cosa; mentre esse hanno la medesima natura e distinguerla vale nulla.

Diagnosticare e curare è poca cosa rispetto al vivere insieme il tema del mondo e del suo futuro, adulti e giovani.

Se viene il disagio dei giovani è il disagio della società tutta e la così detta devianza giovanile è la difficoltà del mondo e degli uomini; sicchè oggi la dialettica fra i diversi che tanto animava la cultura universale, oggi non produce se non antimodernismo e superficialità; davanti al tema delle difficoltà del mondo attuale sembra scemare l’idea che ci possano essere processi di avvicendamento nei protagonisti.

Il qui ed ora richiama piuttosto il tema comunitario e fin dove? Fino a non essere soddisfatti di quel che comunque ci accade di conoscere e di avvertire, soddisfatti invece se agiamo come se potessimo intervenire su tutto ciò che non viene sotto la nostra diretta osservazione.

Sono ansioso non solamente a causa di quel che conosco e riesco ad osservare e perfino di ciò su cui posso intervenire; sono ancora più preoccupato su ciò che non riesco a percepire e non riesco a farlo perché aspetto che mi si rappresenti compiutamente.

Questa è grave colpa: devo mettermi nella condizione di esserne investito perché nulla rimanga sconosciuto e quindi non vissuto o convissuto con i giovani.

Forse è questo lo spirito giusto per dare significato alla parola “prevenzione” soprattutto se riferita ai giovani, ai loro problemi esistenziali e della loro quotidianità, alla quale dovremmo partecipare molto di più ritenendoci eguali, fra l’altro scemando progressivamente la distinzione fra le generazioni.

Giovani, alzate la voce, fatevi sentire, ha detto Papa Bergoglio a Rio. Ma l’ammonimento vale per tutti !!

Franco Petramala