Erbivori, Carnivori e il dilemma dell’onnivoro

il Fondino del 19 Febbraio 2014

Erbivori, Carnivori e il dilemma dell’onnivoro

L’Erbivoro ha lo sguardo fisso, quasi assente, vedi l’ovino belante. Il Carnivoro ha lo sguardo intenso, verso l’orizzonte e diritto.

Un erbivoro ha alla sua portata ciò che gli serve per nutrirsi, basta che si impegni a trovarlo, le migrazioni sono sufficienti per procurarselo seguendo l’odore della pioggia, i suoi movimenti sono lenti e costanti.

Il Carnivoro deve cercare ciò che gli serve, deve scovare la preda, preparare l’agguato alzando l’ingegno, immobile pronto allo scatto, sonnecchiando a lungo ma sempre vigile.

Gli Erbivori vivono in gruppi numerosi, i Carnivori fra pochi individui; gli  Erbivori per difendersi si riuniscono in branchi numerosi, i Carnivori cacciano in coppia o da soli. Gli Erbivori mugugnano senza alzare la testa, i Carnivori lanciano pochi ma significativi segnali vocali.

Tuttavia entrambi non aspirano alla immortalità.

Trilussa o Fedro assegnano caratteristiche dolci e lamentevoli agli erbivori, di tono compassionevole, al massimo scampoli di saggezza della rassegnazione, ruolo di vittime sacrificali per infingardi e presuntuosi carnivori.

Gli Erbivori, per scampare ai pericoli, si difendono fuggendo o attaccando a loro volta scalciando, il più delle volte si mimetizzano nel gruppo, convergono al centro per lasciare a qualche loro simile il posto esposto all’attacco dei nemici.

Gli erbivori sono generalmente riconoscibili da un corpo perfettamente modellato per la corsa: fisico asciutto, lunghi arti, zoccoli adattati a seconda della specie e dell'ambiente.

Oltre ad una corporatura generalmente possente, queste specie sono dotate di un armamentario pesante, corna possenti e affilate, zoccoli forti e anche dentature niente male. I favolisti hanno dato sempre una interpretazione narcisistica di tali caratteristiche.

Una favola di Fedro ritrae il carnivoro in presenza di erbivori e davanti ad una preda ed a scanso di equivoci dice:Questa parte è per me perché son Leone; la seconda è la mia per obbligo perché son vostro socio; la terza per merito perché son valente;  in quanto alla quarta perché per chi vuol contrastarla son botte.”

Tuttavia entrambe le specie sono condannati a vivere in simbiosi, rimanendo distinti ma non molto distanti. La catena alimentare lo esige.

Negli Erbivori i maschi hanno le corna e nei Carnivori chi provvede a cacciare e quindi a procurarsi il cibo quotidiano sono le femmine.

Gli Erbivori non si stancano mai, ciondoloni brucanti e monotoni come sono, i Carnivori quando sono stanchi si arrendono mentre gli uomini spesso non hanno la forza di arrendersi.

Nel caso del genere umano entrambi le specie aspirano alla immortalità ed a volte le domina la tentazione di diventare onnivori. Compromissori come spesso sono, impauriti da sé stessi, non pongono limiti alla loro  voracità, per questo hanno trovato l’alternativa della onnivoracità. Comunque vada la sopravvivenza è assicurata.

E poi, vuoi mettere la comodità di vivere in armonia con sé stessi con l’armonia di vivere secondo i rigidi principi dell’essere erbivori o carnivori?

Anche se, in tal caso, perdono l’occasione di distinguere uno spumante italiano da uno champagne francese !!! 

        Franco Petramala