La Passatella

il Fondino del 08 Ottobre 2015

La Passatella

Accade che sfogliando un libro nuovo di libreria ci si accorga di una pagina strappata nel mezzo, ripiegata sapientemente per proteggerla dalla rovina definitiva, con attenzione  la si distenda con amorevolezza.

Ero in compagnia di questa semplice operazione e allo stesso tempo di un pensiero espresso da un amico il giorno prima.

Al suo ragionamento si potrebbe dare perfino il titolo: “Il doppio codice del quotidiano al tempo attuale”.

Al complesso delle molteplici e reiterate catastrofi nel mondo, difficilmente distinguibili, sicuramente sovrapposti nella memoria per svanirvi rapidamente, si vorrebbe sovente dare  un significato mitologico; più agevole così dar loro una cornice una definizione una identità, una esistenza perfino, per il bisogno irresistibile di dare senso ad ogni cosa.

Accanto, come il bicchiere d’acqua a quello del vino, il frugale piacere della deresponsabilità, citando  Sermonti.

Ne viene fuori un raccontone che vallo a scrivere senza lealtà !

Tuttavia la bellezza poco inerisce e l’umore dell’uomo risente comunque dei sensi.  Verso meraviglioso è quello del Petrarca dal “Triunphus mortis”:

“Quasi un dolce dormir ne’ suo’ belliocchi,
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso.”

 al suo soave suono chiunque può avvertirne il brivido.

Per questo esiste l’arte !

Ma il godere della lettura non c’entra nulla con quel che viviamo quotidianamente.

Cicerone non parlava come scriveva ! 

Se un signore ben azzimato, possidente e intraprendente quanto basta, vuol compiacersi di più ottenere, più di quanto non abbia finora conseguito, pretendendo d’essere indispensabile alla società, si rechi da un potente di turno, bastando tuttavia un modesto manutengolo che di solito in calabria o in sicilia o in puglia o nel napoletano, è un politico.

Lo avvicina con educazione, discrezione e piaggeria non disgiunta da ossequio e affettazione, avvenendo infine il colloquio ben organizzato.

A chi non difetti la memoria delle cose da giovane o meno giovane, basterà riandare a quel gioco, diffuso di più nel mezzogiorno, che va sotto il nome di “Padrone e Sotto” “Patruni e Sutta” ovvero la “Passatella”.

Un micro micro ordinamento diretto da regole che comportano tuttavia una immersione in un mondo di astuzie risentimenti vendette godimenti a poco prezzo, di sentimenti meschinelli  allo scopo di bere il più possibile senza pagare !

Il gusto assomiglia a quello di chi assiste alla lotta dei galletti che si azzuffano nelle filippine o in qualche sperduta località messicana.

Il gioco consiste nella invenzione di alleanze fra i giocatori allo scopo di consentire il bere del vino o della birra solamente ad alcuni e ad altri no, nel creare un sistema di inclusioni e di esclusioni, con il condimento di un Padrone che dispone e di un Sotto con potere di veto.

Probabilmente un sociologo o psicologo o antropologo ne trarrebbe l’immagine di una strasposizione psicodrammatica compensativa di una realtà desiderata ancorchè non vissuta.

Ma lasciamo stare queste cose dello psicodramma  ed andiamo oltre.

Il comportamento del Sotto vale a dare una dimensione al Padrone e allo stesso tempo a mostrare a tutti che il ruolo del Padrone dipende dal Sotto e che la elargizione a chicchesia è inevitabilmente condizionata dal Sotto.

Sicchè al nostro azzimato intraprendente gli si fa capire chiaro chiaro che a concedergli i favori i privilegi o le opportunità del “bere”, non è bastevole la “benevolenza” del Padrone essendo necessario e indispensabile il vantaggio e quindi il consenso del Sotto che deve pertanto essere coinvolto nella faccenda.

“Sotto: mi proponi di fare bere Nevio ma questo è impossibile ....perchè non voglio; anzi ti dico che deve bere prima Caio e Sempronio. Ma come faccio a far bere Caio o Sempronio senza che Nevio beva?

Allora bevi tutto tu  fino all’ultima goccia e che mal ti colga.

No! No! facciamo una cosa: bevono tutti e tre ma Nevio beve di più perché altrimenti che figura ci faccio? E va bene ma senza scherzi ok?...ok !!, vuol dire, caro Padrone, che mi restituirai il favore “.

Immaginando che il Padrone appartenga alla classe della maggioranza di qualunque consesso, ne risulta il ruolo del Sotto, cioè dell’appartenente alla minoranza del medesimo consesso.

Di per sé egli appare difensore dei deboli; tuttavia spesso e presto sarà palese che il novello Menenio Agrippa si sarà messo d’accordo con il Padrone recitando la parte. Basti osservare le polemicuzze montate ad arte ed indecenti, inscenate da malfermi recitanti sui prosceni regionali.

Evidente la piegatura alla decadenza, ma non è questo l’importante, piuttosto è interessante il consiglio a chi vuole avventurarsi per trarre un profitto.

Si ricordi la regola aurea: non basta chiedere al Padrone; deve essere d’accordo anche il Sotto, specialmente se Padrone e Sotto non sono della stessa squadra.

Non sempre è così ma la irregolarità di ciò che si richiede sempre propone la scena.

Finchè non si distingue ciò che è regolare da ciò che non lo è; e per non sbagliare si chiede comunque il colloquio anche quando tutto è regolare… Così  per non sbagliare  !! Ha senso tutto ciò?

Ma veniamo a ciò che il senso di sicuro lo ha tornando al Petrarca del Triunphus temporis?:

Qui l’umana speranza e qui la gioia,
qui’ miseri mortali alzan la testa
e nessun sa quanto si viva o moia.

 Franco Petramala