Meticci o scomparsi e la Volkswagen

il Fondino del 26 Settembre 2015

Meticci o scomparsi e la Volkswagen

 Scrive Federica Bianchi sull’Espresso n°39 del 1 ottobre 2015 che “noi italiani abbiamo tre cittadini in età di lavoro per ogni over 65, tra venti anni finiremo per averne solo due.

E aggiunge che fino al 2040 il numero dei cittadini stranieri o di origine straniera salirà dall’attuale 8,3 per cento a poco meno di un terzo dell’intera popolazione italiana. Grazie a questa trasformazione demografica di dimensioni epocali, tra quarantanni noi italiani potremmo ritrovarci a quota 66 milioni anzicchè scendere a 45 milioni (dagli attuali 61) se sigillassimo i confini.

E continua ”A stare ai dati della fondazione Leone Moressa il 72 per cento degli immigrati extra UE ha un lavoro remunerato  a fronte di solo il 67 per centro degli autoctoni”. La spiegazione è che gli italiani preferiscono aspettare piuttosto che accettare un’occupazione non in  linea con le proprie caratteristiche professionali.

 Le conclusioni sono dunque tutte per favorire l’immigrazione e non per ostacolarla. La miopia di chi si oppone alla emigrazione è validata anche da queste proiezioni demografiche utili a convincere i recalcitranti.

A ben vedere davanti a questi argomenti è difficile per la destra e per la sinistra distinguersi fino in fondo sulla disputa, tranne la irriducibile predicazione degli esponenti della Lega Nord.

L’articolo della Bianchi è orientato tuttavia a provare la convenienza della accettazione degli stranieri in vista del sostegno ai trattamenti pensionistici.

Abbiano la sensazione che l Merkel non abbia avuto necessità di convertirsi all’accoglienza degli stranieri per il sostegno finanziario al sistema pensionistico, bensi alle dinamiche espansive dell’industria tedesca che, come negli anni ’50, ha bisogno di manodopera.

E non di manodopera qualsiasi ma di manodopera idonea a svolgere le mansioni degli opifici moderni, sia nei servizi sia nella industria che produce cose innovative.

La Merkel limita l’accoglienza ai siriani perché, si dice siano, i più titolati nello studio e i più idonei alle mansioni nell’industria moderna.

La tesi delle proiezioni demografiche e quindi delle convenienze per l’Italia e le ragionate decisioni, ormai dissimulate, della Merkel, convincono sempre di più che non di orientamenti di destra o di sinistra si tratti, ma di “scelte tecnocratiche” orientate all’utilità, a cui ormai l’Europa di Bruxelles e le Scuole dai nomi altisonanti in Italia e all’estero ci hanno abituati

Si ha l’impressione che i limiti delle scelte tecnocratiche ci faranno subire presto e molto efficacemente delusioni e delusioni, dimentichi dei valori della prossimità.

Ricordiamo tutti la delusione dipinta sul volto della bambina mediorientale che tentava di convincere la Merkel di farla rimanere in Germania, una volta lì giunta, faticosamente e con gravi riscchi. E la Merkel che tentava di convincere con la sicurezza tipica della statista che non era possibile perché la regola che imponeva il rimpatrio non poteva essere disattesa. Pretendendo che la bambina condividesse !

Poi, a distanza di un paio di settimane, la Cancelliera inaugura il nuovo corso della accettazione di siriani, comunque emigranti.

Cosa dire se, in seguito alla crisi recente della Volkswagen, la stessa Merkel dovesse tornare sui suoi passi e, giustificandosi con lo scandalo, dovesse richiudere le frontiere agli emigranti, ancorchè siriani?

Questi i rischi della tecnocrazia e dell’illusione che il vantaggio o l’utilità possa assorbire i vantaggi di ciò che si richiama ai valori della prossimità, individuale e collettiva che, riconoscendo la diversità, opera per l’inclusione aprendo uno spiraglio alla modernità.

 

Franco Petramala