Don Abbondio Trump il governo

il Fondino del 14 Novembre 2016

Don Abbondio Trump il governo
di Franco Petramala

Don Abbondio. Non c’entra.

La sua psicologica invece si, ne dà l’idea egli stesso: poveretto a prima vista spagnolesco e popolano, mimetico, coperto lo sguardo timido dal cappellaccio protettivo, impedendo alla luce di dar fastidio ed aumentare così le sue difese anche da sé stesso.

 L’aforisma di Benigni lo preoccuperebbe ancor più che la notizia della voglia di sposarsi di Renzo e Lucia, come si vociferava, quella terribile notizia che sarebbe sicuramente arrivata o prima o poi e Dio solo sa come l’avrebbe evitata volentieri!

 Come ?… un nuovo cammino ? lo spaventa davvero; ancor più spaventato pensando al tempo trascorso senza rendersi conto dei pericoli che aveva corso. Quali? Tutti !!

 Ma adesso c’è la Tele e i dibattiti televisivi. Mi sarei dato da fare in ogni modo perché fosse invitato ad uno dei “format” tutti o quasi uguali a sé stessi.

 Ve lo immaginate seduto fra tante persone ben vestite e pronte ad ogni tocco? reattive e invadenti? seduto magari alla fine del parterre con la talare calata fin sotto le stringhe; forse anche con l’ombra in bell’evidenza di usata polvere ed una macchia lì sul petto, però discreta e non grande, di chissà quale intingolo indirizzato male.

 Di certo non avrebbe avuto la sicurezza degli altri, questo no! invece la simpatia dei telespettatori sì, con quella sua aria malferma e dubbiosa, a chiedere scusa della sua presenza e soprattutto del suo modo incerto d’aprir bocca sui problemi vecchi e nuovi, sul vicinato chè, al contrario, nessun turbamento recano i  temi planetari agli altri ospiti, sempre gli stessi e sempre presenti per una rivincita all’infinito sui colleghi.

 Mai in loro un filo di dubbio, nemmeno un filino, nemmeno l’ombra, né macchie sul vestito; e sì, intonso il vestito immacolati dentro.

 D’accordo, il mezzo televisivo non è la stradina impolverata piena di ciottolini cui Don Abbondio volentieri tirava il calcetto con la punta della scarpa.

 Però se qualcuno un giorno dovesse apparire dubbioso, magari non più di tanto per esigenze televisive naturalmente, sulle vicende umane anche quelle contorte e tuttavia ostentatamente semplificate da lor signori, chissà prenderebbe il posto di don Abbondio e diventerebbe famoso, come l’unico vero affabulatore.

 Di Trump tutti prevedono tutto e tutti sanno di tutto, del passato del presente e del futuro. Ma prima di questo fracasso nessuno lo conosceva e non era neppure un carneade.

 Oltre, naturalmente, agli argomenti del giorno, l’America del dopo elezioni presidenziali e poi la globalizzazione e poi la sovranità degli Stati, la sua rinuncia da parte dei governanti, la finanza, l’Europa dei Junker, la dottrina di James Monroe del 1823 dell’”America agli americani”, al quale debbo un buon voto in storia, la influenza progressiva degli Stati Uniti sul continente americano e sull’Europa e sul mondo fino ai giorni nostri.

 Non tutto in una sola puntata naturalmente ! almeno questo, povero don Abbondio!!

 Dimenticavo del referendum e del governo.

 Referendum che si annunciava importante e grande grande, divenuto passando i giorni piccolo piccolo e d’occasione ed un governo sempre sugli schermi televisivi, come una spiritata mariposa, alla ricerca della protezione di quello prossimo venturo.

Franco Petramala