“Ma tu credi in Dio?.... È Dio che non crede in me ! “
Così il “Mago di Lublino” di Isaac Singer; voleva volare
e tentava senza riuscirci. Così gli domanda la sua assistente,
una povera ragazza che in lui aveva fiducia fino a seguirlo nel
suo andare nomade sul carrozzone da saltimbanco in mezzo alla
campagna polacca.
Così egli risponde immediato e spontaneo.
L’ateo pur non credendo in Dio sente il calore della
fiamma della vita dell’uomo.
Ma quando è Dio che non crede nell’umanità dell’uomo è
l’annientamento.
E ciò succede quando, come ladri di fiducia, nascondiamo
la mano violenta mossa dalla cattiveria verso chiunque o quando
volgiamo gli occhi dall’altra parte.
Quando in difficoltà sono emigranti disperati senza più
forze e stremati, o rinchiusi in lager occultati agli occhi
degli occidentali, o sono le donne che subiscono brutalità di
ogni genere perché succube dei pregiudizi della superiorità
dell’uomo e di un suo ruolo “educativo” che nessuno gli ha
attribuito.