La Normalità è il Problema di Franco Petramala

il Fondino del 09 Aprile 2020

La Normalità è il Problema*

di Franco Petramala

Ma il Corona Virus viene davvero dalla Cina? E se dalla Cina, dai mammiferi o dagli insetti “cinesi” o dai serpenti o dai pipistrelli sempre “cinesi”?

Qualche ricerca ci chiarirà l’insorgere del virus e come mai abbia invaso la terra o piuttosto l’insieme dei suoi abitanti umani. 

Il virus è una entità vivente, è nato da qualche altro della sua specie o è il risultato di una qualche mutazione profonda in processi di transizione. Ha nome ieratico e minaccioso e mostra la sua potenza. È perfino imponente: Corona Virus!

Riesce ad attingere la nostra anima, “spalancando una finestra grazie alla quale respiriamo l’evidenza di quel che non volevamo vedere”, come sostiene A. L. Laro. Da tempo il corteggiamento dell’anima è l’obiettivo del liberismo, offrendosi come “stato di natura postmoderno”. Suadente Accattivante, diverso dal Virus “marrano e screanzato” che non distingue il povero dal ricco!**.

Non facciamoci illusioni: non è senza conseguenze la permanenza delle condizioni di precarietà, per la salute, di molti settori della nostra comunità direttamente collegati alle modalità del produrre e prospicienti la concentrazione nei luoghi antropizzati in vista del profitto conseguente.

Non è detto che potremo più oltre disattendere la semplificazione tardo settecentesca per cui può la natura vendicarsi. I moderni hanno frequentemente rovistato fra i suoi anfratti e violato un equilibrio prezioso, disboscamenti in terra ed emissione di CO2 nell’aria, per esempio.

E se le moderne epidemie, Sars la Suina la Aviaria fino alla Hiv avessero lo stesso ceppo? Cosa scienza e governi hanno fatto per verificare e prevedere e intervenire? Nulla! La cosa più preoccupante è infatti che le Nazioni e per esse le Organizzazioni superstatuali, come l’OMS, non concertino quasi nulla e che gli Europei non riescano a mettersi d’accordo sul presente e sul futuro prossimo, consapevoli che non è da affrontare un tema congiunturale ancorché grave, ma quello strutturale dei processi di produzione.

Troppe incognite per i portatori e detentori di interessi prevalenti. Sarebbe necessaria una ridefinizione globale della “catena di valore” fino a ripensarne la compatibilità con le filiere e le specializzazioni produttive nazionali. Insomma una ristrutturazione geopolitica che non rassicurerebbe i decisori finanziari ed economici.

Jhonson e Trumpe, all’inizio, contavano solamente i morti prevedibili suggerendo ai cittadini di farsene una ragione a fronte dei vantaggi della continuazione del sistema. Un po’ come i sacrifici umani degli Aztechi.

Adesso il Virus ha cominciato a piegare la loro sicumera: quanto è potente questo Virus!

Insomma, per esempio la produzione mondiale di carne di maiale con allevamento intensivo, è gestita per il 50% dalla Cina; nonché quello di altri animali domestici commerciati insieme agli animali selvatici anche vivi. Ma ristrutturare gli allevamenti intensivi dando spazio alle aziende rurali sconvolgerebbe gli assetti urbani che andrebbero a ridimensionarsi dovunque nel mondo, creando una nuova redistribuzione degli spazi della Comunità.

Quindi della ricchezza!

· Titolo articolo di A.L.Lara pubblicato su "El Diario"

** Da " A livella" di Totò