Ma il Corona Virus viene
davvero dalla Cina? E se dalla Cina, dai mammiferi o dagli
insetti “cinesi” o dai serpenti o dai pipistrelli sempre
“cinesi”?
Qualche ricerca ci chiarirà
l’insorgere del virus e come mai abbia invaso la terra o
piuttosto l’insieme dei suoi abitanti umani.
Il virus è una entità
vivente, è nato da qualche altro della sua specie o è il
risultato di una qualche mutazione profonda in processi di
transizione. Ha nome ieratico e minaccioso e mostra la sua
potenza. È perfino imponente: Corona Virus!
Riesce ad attingere la nostra anima, “spalancando una finestra grazie
alla quale respiriamo l’evidenza di quel che non volevamo
vedere”, come sostiene A. L. Laro. Da tempo il corteggiamento
dell’anima è l’obiettivo del liberismo, offrendosi come “stato
di natura postmoderno”. Suadente Accattivante, diverso dal Virus
“marrano e screanzato” che non distingue il povero dal ricco!**.
Non facciamoci illusioni: non è
senza conseguenze la permanenza delle condizioni di precarietà,
per la salute, di molti settori della nostra comunità
direttamente collegati alle modalità del produrre e prospicienti
la concentrazione nei luoghi antropizzati in vista del profitto
conseguente.
Non è
detto che potremo più oltre disattendere la semplificazione
tardo settecentesca per cui può la natura vendicarsi. I moderni
hanno frequentemente rovistato fra i suoi anfratti e violato un
equilibrio prezioso, disboscamenti in terra ed emissione di CO2
nell’aria, per esempio.
E se
le moderne epidemie, Sars la Suina la Aviaria fino alla Hiv
avessero lo stesso ceppo? Cosa scienza e governi hanno fatto per
verificare e prevedere e intervenire? Nulla! La cosa più
preoccupante è infatti che le Nazioni e per esse le
Organizzazioni superstatuali, come l’OMS, non concertino quasi
nulla e che gli Europei non riescano a mettersi d’accordo sul
presente e sul futuro prossimo, consapevoli che non è da
affrontare un tema congiunturale ancorché grave, ma quello
strutturale dei processi di produzione.
Troppe
incognite per i portatori e detentori di interessi prevalenti.
Sarebbe necessaria una ridefinizione globale della “catena di
valore” fino a ripensarne la compatibilità con le filiere e le
specializzazioni produttive nazionali. Insomma una
ristrutturazione geopolitica che non rassicurerebbe i decisori
finanziari ed economici.
Jhonson e
Trumpe, all’inizio, contavano solamente i morti prevedibili
suggerendo ai cittadini di farsene una ragione a fronte dei
vantaggi della continuazione del sistema. Un po’ come i
sacrifici umani degli Aztechi.
Adesso il
Virus ha cominciato a piegare la loro sicumera: quanto è potente
questo Virus!
Insomma, per
esempio la produzione mondiale di carne di maiale con
allevamento intensivo, è gestita per il 50% dalla Cina; nonché
quello di altri animali domestici commerciati insieme agli
animali selvatici anche vivi. Ma ristrutturare gli allevamenti
intensivi dando spazio alle aziende rurali sconvolgerebbe gli
assetti urbani che andrebbero a ridimensionarsi dovunque nel
mondo, creando una nuova redistribuzione degli spazi della
Comunità.
Quindi della
ricchezza!
· Titolo articolo di A.L.Lara pubblicato su "El
Diario"