Si è ripetuto e chissà
quante volte in Italia, tratto da “La scomparsa di Majorana” di
Leonardo Sciascia.
“La terna dei vincitori era
stata già tranquillamente decisa, come d’uso, prima
dell’espletamento del concorso; e in quest’ordine: Giancarlo
Wick primo, Giulio Racah secondo, Giovanni Gentile terzo.
La Commissione di cui faceva
parte anche Fermi si
riunì a esaminare i titoli dei candidati. A questo punto un
avvenimento imprevisto rese vane le previsioni: Majorana aveva
deciso improvvisamente di concorrere...egli sarebbe riuscito
primo e Giovannino Gentile non sarebbe entrato nella terna.
Di fronte a questo pericolo
il filosofo Giovanni Gentile svegliò in sé le energie e gli
accorgimenti del buon padre di famiglia dell’agro di
Castelvetrano; dal ministro della Educazione Nazionale fece
ordinare la sospensione del concorso: e fu ripreso dopo la
graziosa eliminazione da concorrente di Ettore Majorana,
nominato alla Cattedra di Fisica Teorica dell’Università di
Napoli per “chiara fama” in base ad una vecchia legge del
ministro Casati rinvigorita dal fascismo nel 1935.
E a Majorana toccò di
rientrare sul serio nella “normalità”; chè aveva partecipato al
concorso soltanto per fare acre scherzo ai colleghi. Tra i quali
più tardi, dopo la scomparsa, prese piede la convinzione che
fosse fuggito per il panico, il trauma, di dover comunicare, di
dovere insegnare. Come a dire che ben gli stava.”