Neanche quella americana è un mito e nulla cambia per
averci invece creduto, a destra come a sinistra, in Italia in
Europa ed altrove, in ragione dell’intervento determinante degli
Stati Uniti soprattutto nella seconda guerra mondiale ed in
favore della democrazia e contro le dittature.
Da ieri, dopo la invasione del Parlamento di Washington,
si discute sulla insurrezione in quel paese in ragione
dell’altra domanda che interessa il mondo intero: la democrazia
assicura a mantenere l’unità di un Paese?
Che la Democrazia americana corresse il rischio di
fragilità, come tutte le democrazie, lo dimostrano le occasioni
di divisioni profonde in quel paese, federalisti e repubblicani
agli inizi, sostenitori della schiavitù ed i contrari, della
guerra nel Vietnam e gli ostili, i sostenitori della diffusione
delle armi e i non, i favorevoli delle politiche di protezione
del sistema ecologico del pianeta come Al Gore e i contrari come
Trump, ecc.. Per non accennare ai conflitti nella società per
“autocentrarsi”, comprese le confessioni religiose, soprattutto
nei tempi attuali allorchè i partiti politici, negli USA e in
occidente, si sono trasformati in semplici “strumenti di
transito” di interessi. All’inizio di novembre scrivevo ***
“Oggi è divenuta possibile la riduzione dei valori etico
politici verso quelli Sudamericani. Potrebbe accadere
l’assimilazione degli Stati Uniti a quei modelli; manterrebbero
un qualche primato economico finché, indebolendosi nelle sue
configurazioni complessive sulle quali furono fondati e
dissolvendosi il “sogno americano”, diverrebbe progressivamente
debole nei confronti degli Asiatici. Può succedere con questa
elezioni che l’America si allontani dagli orizzonti della
cultura politica democratica europea e per l’Europa sarebbe il
disastro, per l’America anche!”