L’Antefatto: gli Extraprofitti.
Peppino Aloise se ne
intende e lo spiega così
Le imprese che producono o distribuiscono energia
elettrica o prodotti energetici, in questo periodo, hanno
realizzato notevoli profitti a seguito dell'eccezionale aumento
dei prezzi di vendita cui non corrisponde un significativo
aumento dei costi. Sicchè il Governo ha introdotto l’obbligo di
un versamento straordinario del 25% sui nuovi profitti. Il
Governo aveva calcolato un introito di 10 miliardi di Euro ma in
effetti ne ha incassato solamente uno, malgrado i soggetti
interessati al versamento del contributo siano
Enti pubblici come Eni,
Enel, Acea ed altri grandi gruppi privati. Finanziariamente
il mancato introito è stato compensato dall’aumento degli
incassi IVA, non per l’incremento degli scambi commerciali ma
per effetto della svalutazione nel frattempo intervenuta e con
l’aumento dei prezzi, conseguenza appunto della crisi
energetica. La valutazione della dinamica finanziaria non
recupera però i danni gravi che si stanno verificando in alcuni
settori come l’agricoltura, come ieri ha denunziato con
chiarezza al TGR Calabria
Franco Aceto Presidente calabrese della Coldiretti. La
conseguenza paradossale è che il consumatore paga l’aumento
secco della bolletta elettrica e il maggior gettito dell’IVA
dovuto alla lievitazione dei prezzi dei generi di consumo.
Una considerazione.
Il Governo produce il decreto sugli extra profitti ed
Enti dello Stato come Eni Enel ecc…fanno finta di nulla come se
fossero altra cosa dallo Stato di cui pure sono bracci secolari.
Mi viene in mente il rifiuto di ubbidire agli ordini dei piloti
umani da parte del computer Hal, a bordo della astronave del
film “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick. Fuor di
riferimento, evidentemente, indebolendosi lo Stato, si stanno
affermando Stati nello
Stato o
Sottordinamenti perfetti in un clima di evidente
disarticolazione istituzionale. Autonomizzandosi, Enti perdono
la memoria della loro origine. Quando tale prassi si sarà
consolidata gli stessi rappresentanti di quegli Enti diverranno
i dominus dei loro pur singoli domini e si riproporrà il quadro
medievale dei “baroni” o dei Re in contrapposizione
all’Imperatore. “Rex in regno suo est Imperator”, si diceva. In
sostanza e non per amor di polemica, chi vuole un Imperatore con
poteri estesi persegue il disegno del riconoscimento di
“Potentati” più influenti. La sorte del cittadino si tinge così
di malinconica emarginazione.
Si può dire? Ma dai primi vagiti della Rivoluzione
Francese era chiaro che sarebbe cominciata presto la decadenza
della democrazia e la corruzione di sistema; la dicono lunga le
vicende del Direttorio dopo appena cinque anni dalla presa della
Bastiglia.