Le Autocrazie si confermano lì dove sono sempre state, Russia,
Cina, Paesi islamici ed africani. Negli Stati Uniti resiste il
sistema democratico pur se appare circuito da tentativi di
deviarlo, così come Loiero ha scritto di recente.
Nessuno in Europa mette in dubbio la necessità di salvaguardare
i principi democratici. Il consolidato patto comunitario europeo
li salvaguarda. Non ci si bada ma è una realtà. Tuttavia in
Italia la democrazia è ben impolverata perché, soprattutto
recenti strutture di potere, hanno finito per presidiare la
società italiana; le vie del consenso sono ostruite, per esempio
con elezioni senza sistema proporzionale, e il modo di vivere
delle istituzioni e dei corpi intermedi è come se si
riconoscessero incatenate come in un mito greco, tal quale la
consapevolezza democratica del cittadino.
Qualche segnale di rinnovamento e consapevolezza del futuro
verso la libertà ed il progresso si sta mostrando in America
latina, Cile Ecuador Brasile Colombia.
I grandi temi delle nuove democrazie del dopoguerra sono state
segnate dai quesiti sullo
sviluppo e sul progresso nel tentativo di conciliare i due
termini non sempre sinonimi, come agitava Pasolini così come
quasi contemporaneamente Raffaello Franchini, filosofo
criticamente crociano. Ugualmente il Popper dell’abiura marxista
problematicamente poneva la relazione fra
libertà ed eguaglianza.
Tali influenze di pensiero non sono più diffuse divenendo
istintivo seguire il drappo rosso del consumismo come unico
oggetto della sua accettazione o solamente osservazione,
malgrado le speranze sulla condivisione delle cose comuni della
“Laudato si” di Papa Bergoglio pressoché unica conferma di
quegli interrogativi.