Atene e Sparta di Franco Petramala

il Fondino del 05 maggio 2022

Atene e Sparta

di Franco Petramala

Nel guazzabuglio delle guerre e dell’attuale la tentazione di farsi una propria idea è grande, come il non farsi influenzare.

L’Ucraina ha i caratteri dell’Europa più occidentale così come è certo che la Russia abbia una capitale al di qua degli Urali malgrado il suo territorio si estenda in Asia. La cultura russa, specialmente quella all’inizio del 1800 e successivamente fino a Solzenicin ed oltre, è europea e ad essa sono tributari i cittadini del mondo. A metà del 1900 la Russia è stata alleata dell’Europa contro il nazismo e alleata degli Stati Uniti contro Hitler.

Anche Atene si alleò con Sparta contro l’esercito invasore di Serse Re di Persia. In seguito Sparta divenne nemica di Atene nella guerra del Peloponneso e gli anni dal 430 al 401 a,c. furono terribili anni di guerra fra le due Polis.

Ma Peppino Aloise mi ha segnalato un articolo di Natalino Irti nel quale si recupera uno studio di un soldato russo dell’epoca della guerra contro Napoleone, Pavel Ivanovic Pestel. *   

«La Russia è immensa, ma accanto al popolo russo vi convivono numerose altre nazionalità; le piccole nazioni sottomesse a un grande popolo mirano spesso all’indipendenza; a sua volta, un grande popolo vuole frontiere sicure e cerca di impedire che i piccoli popoli viventi ai suoi margini cadano nell’orbita di un altro grande stato…».

Il Pèstel accorda indipendenza alla Polonia, ma la nega a Finlandia, Estonia ed altri paesi baltici, Biancorussia, Piccola Russia, Bessarabia, Crimea, Georgia, regioni del Caucaso e della Siberia; a tutti nega il diritto di nazionalità: «sono popoli troppo piccoli, appartenenti da tempo alla Russia e, più o meno, senza tradizioni di vera indipendenza; queste nazioni, a causa della loro piccolezza o debolezza, non potranno quindi formare stati indipendenti».

Il vecchio documento di Pèstel testimonia la storicità dei problemi, di motivi e tensioni. …. Che non è “giustificare”, ma chi ignora il passato, ignora anche il presente, dove si aggira in preda a torbide emozioni ed a primitività di istinti. L’azione politica, che duri nel tempo e abbia significato nella vita d’un popolo, nasce da lucida consapevolezza dei “perché”, dal cogliere la complessità delle situazioni storiche…”

Prima… che la Rivoluzione francese avesse sortito i suoi effetti e le pratiche democratiche dello stato di diritto e l’evoluzione delle rivendicazioni sociali della nuova cultura avessero avuto il loro esito, compreso il ben noto diritto all’autodeterminazione dei popoli e del rispetto a loro dovuto, a prescindere dalla loro dimensione! 

Franco Petramala

* Il Sole 24 ore del 2 maggio 2022 “Due secoli di pensiero politico russo”