Si è detto tante volte che di guerre non ce ne sarebbero più
state perché tutti potremmo essere interessati al
co-annientamento. Solamente guerre commerciali e finanziarie,
palesi e meno palesi di cui parlò un giorno anche il Papa.
Tuttavia questa Seconda Guerra di Crimea è iniziativa bellica
che somiglia alla “grancuzza” del gatto intento a sgraffignare
qualcosa: la motivazione è che l’Ucraina è parte della “Grande
Madre Russia” o meglio dell’ex Impero sovietico.
Putin però non confessa che l’Impero bolscevico non c’è più e
che invece, più realisticamente non sopporta di essere
condizionato e limitato ad ovest dalla NATO. Paradossalmente il
suo più importante contraddittore non sono gli Stati Uniti o
l’Occidente, ma la Cina che a sua volta sta precedendo la Russia
e l’Europa nella nuova gestione della influenza economica e
politica di molta parte dell’Africa.
Ed il Putin, novello Von Klausewitz, cosa fa pur di farla una
guerra? Ne inventa una di stile “ottocento” con tanto di
occupazione di territorio con la fanteria o, per essere precisi,
con l’arma politica del riconoscimento provocatorio di una terra
irredenta (Donbass), succedaneo fattore immateriale della guerra
vera.