Medvedev, già Vice di Putin, dichiara, l’Occidente è al
capolinea ed ai Capi del sistema euroamericano non resta che
recitare a soggetto la loro decadenza, mostrando a Zelenski il
gusto per le rane arrostite, le salsicce grasse e gli spaghetti.
I Capi Occidentali, in favore di telecamere, conservano il loro
aplomb di scuro vestiti, mentre viene d’evocare la storia dei
popoli guerrieri delle aree desertiche o inospitali e dei popoli
in stato di benessere. I Dori, gli Unni, i Vichinghi, I Mongoli,
popoli guerrieri e dall’altra parte Achei, Romani, popoli del
Centro Europa, e dell’Asia.
Quel che caratterizzava la Russia sovietica era sì l’opzione
“imperiale” ma dalla sua c’era la bandiera del riscatto degli
oppressi. Dopo la caduta di quel regime è impervia una missione
“politica”, agevole invece una rivincita o un suo tentativo.
Tutti si augurano che la cultura della grande tradizione russa,
non solamente letteraria, condizioni il ruolo del governo russo:
non solo di regolatore dei flussi di energia da fossili o della
fornitura di cereali e di guardiani dei “Check Point” moderni.
Quei popoli minacciosi in effetti sono stati sempre conquistati
tramite la singolare diffusione invasiva della maturità del
pensiero progressivo.
Sul punto però, oggi, qualche dubbio sorge impietoso !!