Vero
che da ogni parte si dice, i partiti non contano; sono organismi
inconsistenti che nemmeno predicano ai cittadini, né bene né
male, e semplicemente da essi sono ignorati.
Ma è vero
che i governi li fanno i partiti, le leggi le formulano i
partiti, il sistema elettorale lo scelgono i partiti ovviamente
per rafforzarne l’influenza sulla composizione delle liste e
quindi sul Parlamento.
Paradossalmente siamo in
regime di una Partitocrazia senza Partiti.
In tale condizione abbiamo consumato le derive plebiscitarie
(Berlusconi, Lega, l’Ulivo e Grillo) per approdare ai sistemi
fondati sugli accordi preelettorali offrendoli come bipartitismo
o bipolarismo o sistema a prevalenza maggioritario per
assicurare la governabilità. Il risultato ultimo è stato di 3
governi in 4 anni ed elezioni anticipate, consumandosi residue
risorse professionali pur con ipocrisia celebrate.
Mai preferendosi le
elezioni con sistema proporzionale puro per ricercare
successivamente l’alleanza fra i rappresentanti del popolo
eletti in ragione delle loro identità e degli interessi reali
interpretati.
E tutto ciò perché? Oclocrazia
la definiva Polibio come la degenerazione della Democrazia, che
porta un capopolo o una cerchia di capipopolo a ottenere il
potere utilizzando sistemi elettorali formalmente democratici,
come in una fastidiosa commedia degli equivoci.
Con senso di ansia, si potrebbe dire che la democrazia più che
un testo definito indica la maschera con cui gli attori lo
recitano.