Un Italiano di rientro dagli Stati Uniti conversa in inglese con
un Americano che si reca in Italia per lavoro. Mentre il viaggio
aereo era al termine l’Americano domanda all’italiano: ma dimmi,
come si dice “Pizza” in italiano?
La storiella mi è rivenuta in mente perché fa discutere la
proposta del deputato Rampelli di vietare alle Amministrazioni
pubbliche di esprimersi in lingua straniera. La lingua parlata è
un patrimonio di ogni popolo ma molto spesso contaminata da
altre perché le parole le porta il vento!
Il problema tuttavia sorge quando dall’uso di termini non
italiani nella lingua parlata e scritta si passa alla violazione
del diritto a comprendere.
Quindi la U E non può
avere una lingua ufficiale, come invece accade oggi. Che “gol” o
“corner” o “call” o “Pizza” vengano adottati dappertutto nel
mondo non importa, importa che il cittadino capisca nella
propria lingua ciò che regola la sua vita sociale con atti e
comunicazioni rilevanti!