Un giorno mi inventai la passione per l’acquario: lo spettacolo
erano i colori vivaci ed i movimenti dei pesci piccoli e più
grandi che a volte, come pensosi, apparivano galleggianti e
fermi, boccheggianti come volessero comunicare.
Tentavo di percepire i messaggi ma non coglievo quei cinguettii
muti e tuttavia pensavo, che tristezza! spazio ristretto senza
orizzonte, sufficiente cibo per sopravvivere elargito da altri,
regole primitive e darwiniane per sopravvivere, impossibilità di
uscire dalla gabbia di vetro a meno di suicidio improbabile,
interlocutori senza interesse, inadatti ed ignari fuori
dall’acquario.
Come se un pesce anziano
incontrando due pesci giovani domandasse loro: come è l’acqua
oggi? E i giovani pesci, proseguendo, si domandassero
meravigliati: ma cosa è l’acqua? *