Vladimir Vladimirovič Majakovskij nasce il 7 luglio 1893 in
Georgia in un villaggio di nome Bagdati (ha la stessa radice di
Bagdad e significa “dono di Dio”). Il padre russo di origine
cosacca di professione “forestale”, la madre è Aleksandra
Alekseevna Pavlenko Ucraina di professione casalinga.
Nel 1906, tredicenne, si trasferisce a Mosca ove si afferma come
il Poeta della Rivoluzione bolscevica. Ufficialmente muore
suicida il 1930 ma alcuni storici sostengono sia stato
“suicidato” da sgherri del regime di Stalin.
Dopo la morte del Poeta, il villaggio Bagdati viene chiamato
Majakovskij, riassumendo nel 1991 il nome originario dopo la
fine dell’URSS e la svolta autonomista in Georgia.
Oggi la Russia è in guerra da 2 anni con l’Ucraina. Si vota in
Georgia ed è scontro tra il governo filorusso e l’opposizione
filo europea. I risultati elettorali sono contestati.
La vicenda legata alla vita di Majakovskij sembra la
metafora dell’evoluzione delle storie di Paesi che
passano dall’integrazione o addirittura dalla fusione delle
etnie ai conflitti attuali conseguenti alla dissoluzione
dell’Unione Sovietica.
Il sogno della Grande Madre Russia dell’Impero dei Romanoff e
l’internazionalismo sovietico (Stalin era georgiano) si sono
dissolti forse irrimediabilmente. Riuscirà lo Zar Vladimir a
ricomporre le etnie attraverso le operazioni speciali?
Majakovskij direbbe: “La barca dell’amore si è spezzata contro
la vita quotidiana”. Ed infatti la Rivoluzione è fallita ed
anche il toponimo è stato rimosso.