luogo
piccolo, disegnato nel suo merlettato forse prima che vissuto; la storia vi
è passata e non invano, vi si odono le laboriosità di abitanti dediti alla
terra ed al culto di spiritualità confesse, quiete sensazioni di antiche
memorie e di solide certezze e tuttavia senza preclusioni.
La campagna circostante è abitata da presenze antiche, preromane
postromane e medioevali, un dolce acrocoro in cui risveglia presenza di
fattorie e odori di terra e di suoi prodotti; il vino e le uve mostrano la
vita e la gloria del vivere di gente serena nel professare le loro fedi
religiose e unite nella vita
comunitaria.
E’ vanto visitare questi luoghi e ricordarne il disegno i sapori gli
odori;la fragranza di quel
vino bianco testimone di sapienza e di memorie di persone che pur non avendo
le medesime credenze religiose o convinzioni politiche, costruivano assieme
futuro e speranza.
Aduso alla magia del paesaggio della campagna della Magnagrecia e
della percezione dei suoni provenienti dall’antico, non conoscevo il
grossetano e la Maremma ma l’incipit di Pitigliano quel fascino mi ha
evocato.