Scritto il 13 Maggio 2025 da admin
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di Geppino De Rose
Il passaggio dal gesuita Bergoglio all’agostiniano Prevost segna una transizione molto più profonda di quanto le prime valutazioni sembrino, viceversa, accreditare.
A voler usare le categorie della politologia e dell’antropologia culturale laica per adattarle alla realtà vaticana, (esercizio rischiosissimo, ne siamo più che consapevoli), la differenza tra Francesco e Leone XIV appare davvero importante.
A prescindere dai richiami alla pace e alla difesa degli ultimi, più che dovuti e scontati data la congiuntura politica internazionale, Leone XIV sembra aprire ad una dinamica di collegialità sinodale capace di assicurare alla Chiesa un respiro decisionale più ampio e condiviso rispetto al passato Bergogliano.
Il verticismo di Papa Francesco sembra cedere il passo ad una cultura, tutta agostiniana, mendicante, missionaria ed educativa, capace di garantire velocità e progressi senza strappi ad una stagione di transizioni drammatiche.
Non da ultima la questione dell’intelligenza artificiale, richiamata dallo stesso Leone XIV, capace di ridisegnare prospettive sociali e lavorative all’intera umanità.
La sfida è lanciata. Anche al pensiero sociale della Chiesa.