Scritto il 26 Maggio 2025 da admin
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di Walter Brenner
Ritorno sull’argomento dopo la lettura dello scritto di Mario Sirimarco a proposito del declino della parola.
Il mondo odierno lo ha decretato preferendo un linguaggio matematico estremamente più veloce, capace di rispondere a maggiore materialità: la competizione senza limiti.
La dialettica (tesi e antitesi) non ha più bisogno di risolversi in sintesi. Lontano il dialogo, le parti si riconoscono sempre meno nella loro relazione se non a determinate dure condizioni. Il patto rotto fra le cose e le parole mostra anche la evanescenza della dialettica e quindi la disfatta della politica e della sua coerenza.
Certo il tentativo di nuovi linguaggi e di nuove parole è naturale ma è la perdita di senso che rileva, la mistificazione e l’asservimento della parola che cessa così di rappresentare: anziché presiedere al processo di costruzione, ci sottopone a nuovi processi di equivoco, scenario di subdole logiche di domino e di potere.
Questo dato certifica, come afferma sostanzialmente Maurizio Misasi, l’impossibilità di una evoluzione prevedibile, da cui il Kaos.
Le realtà virtuali rispondenti all’immaginativo, prima ad uso esclusivo dell’arte e delle profezie, oggi sono in mano, teoricamente a tutti, sostanzialmente a pochissimi magnati.
Da ciò una sconfitta sociale con la creazione di una nuova dinastia di Faraoni, la parola e/o il verbo avendo forse cessato di rappresentare la modalità della libertà.
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