di Franco Petramala
Loiero, Principe, De Gaetano, Raso, Ciconte, Battaglia, Bova, Adamo, Guccione, Grillo, Raso, Aiello, sono stati assolti dopo circa quindici anni dalle accuse di “Rimborsopoli”, inchiesta sull’utilizzo dei fondi regionali ai gruppi consiliari regionali. Si apre una inchiesta, sembra che vadano approfonditi alcuni aspetti, pare non ci sia nulla di rilevante, anzi no! necessario approfondire. Intanto si crea l’aspettativa che finisca come deve finire, chi è coinvolto nella inchiesta è retrocesso, quasi come il gioco dell’oca, c’è chi resiste ma mestamente e chi viene annientato.
Ed anche dopo una sentenza assolutoria, il pregiudizio comunque resta, come avverte Loiero in un suo articolo di oggi. Questo tira e molla può durare anni e anni.
Nel giro di neanche un mese, assolto il giudice Eugenio Facciola che intanto ci ha quasi rimesso la carriera di magistrato, che pure per anni ha subito il disperato buio che l’innocente deve affrontare in silenzio; e Marilina Intrieri, assolta dopo che la sua reputazione era stata scossa, di donna coraggiosa e senza paure nello sfidare i pregiudizi in una Crotone assediata da anni di immobilismo. E poi sempre di recente la notizia della assoluzione di Marcello Manna per l’inchiesta “Reset” e poi la fine degli incubi di Mario Oliverio. E poi, e poi e poi! E’ piuttosto istintivo, davanti a tante distorsioni che vengano additati responsabili solamente gli inquirenti.
Ma è un equivoco: il clima di sospetto è alimentato dalla lotta politica, fino a realizzare la ragnatela del “non credere” che coinvolge tutto e tutti. Con i ringraziamenti dei furbi più furbi che non si saranno mai adoperati, mai! a propiziare una terra prospera e soprattutto civile.