Rosario Falvo ha ritrovato il testo allegato della Associazione “Filo di filo”.

Con la caparbietà di antiche emozioni che, pur non compensando rabbia e rammarico, si tingono di speranza. Vivere da comunista,…
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Con la caparbietà di antiche emozioni che, pur non compensando rabbia e rammarico, si tingono di speranza.

Vivere da comunista, socialista, cristiano

Vivere da comunista, da socialista o da cristiano significa fare della coerenza tra ideali e azioni una pratica quotidiana. Significa scegliere consapevolmente di vivere secondo valori che mettono al centro la giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà e la dignità umana. Chi vive da comunista crede nella collettivizzazione dei mezzi di produzione, nella distribuzione delle risorse secondo i bisogni e nel rifiuto delle logiche del profitto. Anche all’interno di un sistema capitalistico, può scegliere percorsi di mutualismo, attivismo politico, partecipazione a cooperative o sostegno ai movimenti operai.

Chi vive da socialista orienta le proprie scelte alla difesa dei più deboli, alla redistribuzione della ricchezza e al rafforzamento dello stato sociale. Supporta modelli economici inclusivi, promuove politiche di welfare e crede nella regolazione dei mercati per il bene comune.

Chi vive da cristiano si impegna a incarnare i valori evangelici di amore, perdono, giustizia e umiltà. La fede non è solo un fatto privato o religioso, ma una responsabilità pubblica: si riflette nel lavoro, nelle relazioni, nell’onestà delle azioni quotidiane. E’ una testimonianza silenziosa, fatta di rispetto, servizio e coerenza.

Vivere di comunismo, socialismo, cristianesimo

Vivere di comunismo, socialismo o cristianesimo può, in un primo senso, significare beneficiare di sistemi politici e culturali che offrono diritti, garanzie e opportunità: assistenza sanitaria, istruzione, protezione del lavoro, servizi pubblici. Si tratta, in questi casi, di usufruire dei frutti di ideali senza necessariamente condividerli.

In senso più critico, però, vivere di comunismo, di socialismo o di cristianesimo significa sfruttare idee nate per il bene collettivo a vantaggio personale. Si vive di comunismo quando si usa la retorica rivoluzionaria per ottenere potere, mantenendo privilegi e gerarchie o quando si sfrutta lo spettro del comunismo per avere consensi e potere.

Si vive di socialismo quando si invocano uguaglianza e giustizia per fare carriera politica o intellettuale, ma senza alcun reale impegno per cambiare le cose.

Si vive di cristianesimo quando si usano i simboli religiosi per legittimare scelte egoistiche, escludere gli altri o costruire un’immagine rassicurante ma ipocrita. E’ il caso di chi predica il Vangelo ma agisce con arroganza, pregiudizio e ambizione, trasformando la fede in una scorciatoia utile, ma priva di significati.

Conclusioni

La differenza fra vivere da e vivere di è radicale: nel primo caso c’è l’impegno autentico per un ideale vissuto con fatica e coerenza; nel secondo c’è l’utilizzo dell’ideale come strumento di potere, visibilità o guadagno.

Vivere da comunista, socialista o cristiano è un atto di dedizione, un cammino esigente ma profondamente umano. Vivere di comunismo, socialismo o cristianesimo è, invece, un modo per appropriarsi di parole forti senza rispettarne la sostanza.

Chi vuole davvero cambiare le cose non lo fa con slogan o simboli. Lo fa con scelte. Con coerenza. Con coraggio.

Franco Petramala

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