Una nuova età del mondo?

Non l’Alaska di Putin e Tramp di Franco Petramala Tentiamo qualche evidenza. La prima globalizzazione della modernità fu con l’Umanesimo…
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Non l’Alaska di Putin e Tramp

di Franco Petramala

Tentiamo qualche evidenza. La prima globalizzazione della modernità fu con l’Umanesimo ma in confini europei. Poi dal Seicento, secondo giudizio di Benedetto Croce, la globalizzazione attorno ai valori dello Stato, della nazione, della democrazia e dell’individuo, affermatisi oltre i confini d’Europa.

Il tragico inciampo delle guerre europee del novecento e delle loro cause, ha determinato una perdita di credibilità nell’Europa. I processi della tecnica e del capitalismo, in specie dopo il 1989, hanno provveduto a globalizzare valori che tuttavia non hanno interessato più di tanto il “sociale” ma solamente le opportunità mercantili. I migranti, rischiando la vita per sfuggire alle povertà ed agli aguzzini, danno mille preoccupazioni alla politica ed alle istituzioni per la violazione dei confini territoriali. A differenza del tecno/capitalismo e finanziario che dilaga senza osservarli i confini!

La Tecnica, dando potenza, “stabilisce la direzione del cammino del progresso ma non garantisce il buon esisto dell’intero viaggio”, come sostiene Aldo Schiavone. Ho fatto presente ciò a qualche ricercatore accademico che, dandomi ragione, non ha saputo però dare risposte. L’idea stessa di Europa si è impoverita, come nelle tesi del visionario Oswald Splenger, non ricercando più un “nuovo pensiero” globale che accompagni le nuove tecniche produttive e della commercializzazione. Della globalizzazione del sociale ci sono infatti deboli tracce. Cosa rimane del giorno? Lo sviluppo dell’universalismo cristiano e cattolico in un mondo privo di visioni unitive.

La globalizzazione di per sé non è stata negativa però ha creato squilibri curvando la democrazia in “democrature” e “autocrazie”. Non è la globalizzazione del mercato all’origine della crisi di questo secolo: è mancata la globalizzazione della solidarietà, come sostiene Monsignor Vincenzo Paglia. I rinnovati processi sociali posono risiedere nella alleanza dei cristiani e dei laici d’Europa quale elemento dinamico, confermandosi autentico patrimonio etico ed intellettuale di civiltà.

La stessa America degli sguardi indietro, le stesse culture islamiche ed asiatiche che hanno di già adottato i sistemi economici occidentali, rintraccerebbero motivi fecondi per progressivamente risolvere i problemi esistenziali e comunitari dell’uomo, minacciato dalla mancanza di pensiero sul futuro.   

Franco Petramala

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