Casa dei Riformisti. Cioè?

Di Franco Petramala e Giuseppe Graziano La recente riflessione di Sandro Principe circa la opportunità di realizzare una area così…
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Di Franco Petramala e Giuseppe Graziano

La recente riflessione di Sandro Principe circa la opportunità di realizzare una area così detta “Riformista”, ad iniziare da queste elezioni regionali, include l’offerta politica dello schema del già collaudato Centro Sinistra superando i tentativi della umisterie della ricostituzione del Centro dello schieramento politico. Durante quella governance la Nazionalizzazione della Energia elettrica del 1962, la riforma della Scuola media Unica, lo Statuto dei diritti dei lavoratori del 1970. E poi la Riforma sanitaria del 1978, il tentativo di modificare i rapporti di forza internazionali con la proposizione delle Larghe Intese nell’auspicio dell’allargamento della base democratica del Paese e delle ragioni della sua rinnovata unità; la resistenza contro il terrorismo che minacciava il sistema democratico con gli attacchi dalle sinistre e dalle destre estreme, costata il sacrificio di eroi credenti nella loro alta missione, laici e cattolici; uno per tutti Aldo Moro.

Si imboccarono scorciatoie, si pensò di rovesciare il tavolo e di quel sistema non rimase quasi nulla riducendo la funzione dei partiti, mentre negli altri paesi europei anche dopo la caduta del Muro di Berlino i sistemi politici proseguirono il dibattito democratico fra culture politiche differenti, non simulate da profetiche innovazioni, sostanzialmente bugiarde che non rinnovando affatto il costume pubblico del Paese, non offrirono soluzioni ai problemi socio economici che andavano maturando. Anzi, nascondendo la polvere sotto il tappeto, si inventò un bipolarismo lontano mille miglia dalla struttura politica del Paese che aveva fondato la governabilità sul compromesso sui contenuti e provvidenziale per corretti regimi proporzionali puri.

Oggi, per esempio come risolvere la grave crisi del sistema sanitario? La Bindi sottolinea che fra diritti sociali e libertà civili c’è uno stretto rapporto. E’ sotto tale profilo che ci si dovranno riscoprire le ragioni della universalità della prevenzione e della cura, sollecitando politiche gestionali di conferma della valorizzazione del pubblico e promuovendo semmai la corresponsabilità del privato alla copertura di aree ben definite di impegno comunque solidale e non sostitutivo. E’ questo uno dei tanti aspetti per confrontarsi su scelte politiche di largo orizzonte e non di insolenti gestioni che, producendo solamente potere fuori luogo, deprivano del tutto il cittadino di assistenza se non con esborso diretto di denaro.

Le ragioni di unire le forze riformiste democratiche laiche, socialiste e cattoliche democratiche in una proposta politica significativa sono tante per riavviare la fruizione di ogni bene comune. Soprattutto in Calabria.

Franco Petramala

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