A proposito di questi nostri fantasmi

di Walter Brenner E’ impressionante la forza misteriosa e pervasiva della cultura egizia evocata in questo giornale che conferma come…
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di Walter Brenner

E’ impressionante la forza misteriosa e pervasiva della cultura egizia evocata in questo giornale che conferma come le culture evolvano e connettano le diverse civiltà.

Non è un caso che nella cultura ebraica, se non anche in quella egizia, il ricordo abbia lo stesso decisivo valore che caratterizza la nostra cultura cristiana. “Il Ricordo”, diceva il rabbino Di Segni in un suo articolo, richiama la parola cuore, dal latino re-cordis, riportare al cuore. “Il Ricordo”, aggiungo, è nutrimento e sostanza della nostra capacità di giudizio per evitare errori del passato o confermare il positivo per comunque garantire un futuro più evoluto.

In proposito val la pena porsi il dilemma del perdonare o del dimenticare, altra aspettativa tuttavia è il farsi perdonare ma non certamente il farsi dimenticare, che somiglia così tanto al gioco delle perle di vetro evocato da Herman Hesse. 

Il ricordo è connesso a ciò che non c’è più e basti osservare i contenuti del culto dei morti, utile al raggiungimento di una maggiore consapevolezza umana nell’imminenza dell’accaduto e via via affievolito presso le generazioni successive, prevalendo le emozioni che andranno a presentarsi come fantasmi che sono con noi.

E’ il tema tutto umano del rito del ricordo che si materializza affievolendosi con il passare del tempo. Ciò che sopravvive invece è ciò che, non materializzandosi, rimane nella cultura collettiva, diventando memoria che sfiora le generazioni successive, non decadendo. Ciò che diviene memoria non soffre la dinamica del “punto di vista”, si consolida ed è immune dal rischio dell’essere fallace come invece accade nel ricordo delle sovrapposizioni delle impressioni del film “Rashomon” di Akira Kurosawa. Così la “memoria” rimane fuori dalla fallacia o dalla considerazione strumentale ma dentro la nostra intelligenza che avrà imparato ad utilizzare la memoria applicata al presente ed al futuro pur senza riferirsi ad accadimenti specifici.

Viene spontaneo un quesito: l’Intelligenza Artificiale si dedicherà solamente al ricordo o riuscirà ad avere anche “memoria”? Il ricordo è e sarà strutturato dai dati che gli umani forniranno. Ma sarà compatibile anche una “memoria” a prescindere dalle nostre certezze che possono divenire illusioni come nel film “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick?

Chissà!

Franco Petramala

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