Prevenzione, Prevenzione 2

di Franco Petramala Che esista la crisi del sistema disegnato dalla legge del 1978 sulla universalità della prestazione socio sanitaria…
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di Franco Petramala

Che esista la crisi del sistema disegnato dalla legge del 1978 sulla universalità della prestazione socio sanitaria è di tutta evidenza ed alle disattenzioni gestionali si sono via via aggiunte le torbide volontà di favorire la fuga di professionalità e di pazienti verso il privato convenzionato o meno, depauperandosi il pubblico, ad impegno finanziario invariato, anzi aumentato. Quale paradosso!

La Costituzione ha stabilito principi e prerogative del sistema sanitario. Sul tema della crisi non ho trovato proposte e soluzioni che andassero al cuore del problema, probabilmente perché il clima politico non favorisce né il dibattito né le proposte operative, essendovi deficit di impegno politico.

Il Presidente Mattarella ha posto ieri il tema, doverosamente indicandolo come prioritario, sostenendo che “Tanta gente non si cura più. Le liste d’attesa sovente vanificano il diritto alla salute. Gli screening oggi ci possono salvare”.

Seguendo la logica e la indicazione politica del Presidente della Repubblica un dato significativo di progressione verso la innovazione del sistema è proprio la valorizzazione della funzione di prevenzione che ridarebbe slancio alla offerta sanitaria all’intera popolazione con misure universalistiche e quindi gratuite per tutti, erogate direttamente dal pubblico. Da ciò probabilmente la nuova frontiera di un serio impegno politico. Si pensi a quante attività di screening ridarebbero speranza e serenità e sicurezza, comprese quelle delle patologie divenute comuni a tanta parte della popolazione, per esempio quello relativo alla prostata e tanti altri.   

La prevenzione, per sua natura è di stretta attinenza dell’intervento diretto dello Stato e degli Enti Pubblici, riguardando anche la sicurezza sociale, attenti tuttavia acchè venga risucchiata nelle dinamiche della concessione a terzi privati, siano essi associazioni o privati convenzionati o privati-privati. Ricorrendo alla delega al privato da parte del pubblico di pezzi rilevanti delle procedure, assisteremmo, e già ci sono avvisaglie e “sperimentazioni”, caro Commissario alla Sanità della Regione Calabria, addirittura alla messa a disposizione del privato di risorse professionali e mezzi materiali da parte del pubblico, ricorrendo al vecchio trucco della generosità ed inevitabilità dell’intervento del privato a fronte delle deficienze del pubblico dovute a deficit di organizzazione operativa e non, come spesso si dice ipocriticamente, di penuria di finanziamenti.     

Franco Petramala

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