di Roberto De Luca
Professore Associato Sociologia dei fenomeni politici
Non sempre dalla prima lettura dei dati elettorali, quelli complessivi dei voti ottenuti da partiti e candidati, riusciamo a cogliere i tanti aspetti della competizione. E, talvolta, l’analisi più approfondita può disvelarci circostanze che non sembrano confermare ciò che abbiamo rilevato nella prima osservazione dei risultati.
Ad esempio, per quanto riguarda la partecipazione elettorale. La percentuale di votanti (intorno al 44%) fatta registrare nelle quattro successive tornate regionali dal 2014 al 2025, lascerebbe pensare, oltre ad una ferrea stabilità della partecipazione, anche che siano sempre gli stessi elettori che si recano a votare (o, forse, guardando dall’altro lato della medaglia, sarebbe più opportuno dire che sono sempre gli stessi cittadini che si astengono). La stabilità della partecipazione al voto dei calabresi, però, potrebbe essere smentita da un’analisi più puntuale fatta comune per comune. Rispetto alle precedenti elezioni del 2021, infatti, nella tornata del 2025 in molti comuni si registrano consistenti variazioni, in più o in meno, della partecipazione. Osservando il dato complessivo della partecipazione, sia circoscrizionale che regionale, possiamo desumere che la somma delle variazioni in più o in meno dei singoli comuni, evidentemente, quasi si annulla. Un esempio fra i tanti comuni dove si sono registrate significative differenze di partecipazione è Cosenza. Nel 2021, quando in contemporanea si era votato anche per il sindaco e il rinnovo del consiglio comunale, a Cosenza si erano recati a votare circa 37mila elettori. In questa tornata, i votanti sono stati poco più di 30mila, cioè circa 7.000 in meno rispetto al 2021. In termini percentuali, il saldo negativo è di 11,4 punti. Fra i comuni della provincia di Cosenza che hanno fatto registrare un aumento della partecipazione figura San Giovanni in Fiore con circa mille elettori e quasi 6 punti percentuali in più. Dunque, sono molti i calabresi che possono essere considerati cosiddetti elettori “intermittenti”, cioè che decidono di recarsi a votare di volta in volta, a seconda del verificarsi di alcune circostanze.
A tal proposito e sempre riferendoci alla partecipazione, dall’analisi comune per comune, possiamo osservare che si vota di più in quei comuni dove figura almeno una lista che ha ricevuto un’alta percentuale di consensi. Il maggiore consenso per una lista è quasi sempre riconducibile ai molti voti di preferenza ottenuti dai suoi candidati. Per rimanere al caso del comune di San Giovanni in Fiore, i mille elettori in più rispetto alla precedente elezione, probabilmente si sono recati a votare per esprimere una preferenza per la lista “Occhiuto Presidente” o, è più correttamente dire, per esprimere un voto di preferenza alla candidata Succurro, sindaca dello stesso comune di San Giovanni in Fiore. Rosaria Succurro, eletta consigliere regionale, ha ottenuto nella sua città ben 2.278 voti di preferenza su 2.637 voti andati alla lista, lista che è risultata nettamente quella più votata con il 31,7%. Esempi del genere, dove la presenza del candidato locale riesce a portare al seggio elettorale tanti cittadini altrimenti astensionisti, ne possiamo trovare tanti scorrendo l’elenco dei risultati per comune. Il voto personale riesce ad incentivare, quindi, la partecipazione. E tale fenomeno, che nella nostra regione è molto diffuso, accade anche in altre regioni, in quelle regioni dove il voto di preferenza, il voto personale, è utilizzato molto meno che nelle regioni del meridione.