di Franco Petramala
Nelle teorie sul diritto dei novecento si affermò la tesi della “Norma fondamentale” che caratterizza e legittima tutte le altre norme. Per Kelsen non è norma scritta e si suppone astrattamente che debba essere osservata ancorché non abbia un contenuto; mentre per Hart essa è osservata in quanto funzionale alla volontà popolare.
Con la fine della Seconda Guerra mondiale si semplifica la teoria del diritto internazionale perché la volontà popolare è quella di tendere alla concordia fra gli Stati come norma fondamentale, non scritta ma sostenuta dalle sofferenze patite dai popoli, da cui fu legittimato l’accordo di Yalta che possiamo identificare come una Costituzione che regola il diritto internazionale. E per quasi 80 anni questo è stato lo schema giuridico che ha retto l’Ordinamento internazionale.
La caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda hanno messo in discussione il sistema valoriale alla base degli Accordi di Yalta. Più o meno quel che succede anche all’interno di molti Stati nell’orientare cambiamenti dei disegni costituzionali.
Da parte di alcuni si vorrebbe modificare proprio quegli accordi stipulati in Crimea, non essendo serviti né le “buone maniere” dell’allargamento della Unione Europea fino ai 27 membri con le illusioni del caso, né la inclusione della Russia nel G8, né la prospettiva della adesione stabile ad esso della Cina.
Il ritorno dell’Imperialismo russo a fronte della incapacità dell’Occidente di essere aperta alle altre culture del mondo in una nuova prospettazione di pace e valoriale dell’uomo moderno, sta comportando la richiesta di una nuova Yalta, con la Russia come “mosca nocchiera” a cui sembra preparata la Cina, protagonista della alleanza Bric (Brasile Russia India Cina).
Naturalmente la vecchia Yalta si celebrò a chiusura della Seconda Guerra Mondiale mentre la nuova farebbe da apripista di un altro conflitto catastrofico per l’Umanità. Anche in ciò sarebbe utile richiamare il pensiero di Aldo Moro e le sue aperture al mondo ed alle sue diversità.