NUMERO 4
Servizio Sanitario, che fare?

Scritto il 26 Maggio 2025 da admin

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di Franco Petramala

Il richiamo non è al motto di Leone Tolstoj. Tuttavia sembra prossimo il fallimento del sistema sanitario pubblico e universalistico.

Il sistema sanitario pubblico è prossimo alla chiusura ed a poco vale promettere, programmare, annunciare sempre nuovi finanziamenti. Sono le gestioni che sono inadeguate per i motivi che cittadini/utenti, operatori e addetti del settore hanno mostrato di conoscere, non solamente ormai sussurrandolo.

Non c’è allora che da salvare almeno l’universalità delle prestazioni sanitarie, con ciò il principio della eguaglianza dei cittadini ed il senso di giustizia distribuita che sta alla base del livello di civiltà raggiunto nel 1978. Con il rifiuto dell’out pocket, cioè pagando di tasca propria, eliminando l’eventualità di non curarsi affatto.

Si può prendere atto che il servizio sanitario pubblico è su una china tanto sdrucciolevole da temere di inabissarsi, da qui a poco, in un mare di inefficienze e di annunci roboanti di innovazioni del niente.

Non si faccia in modo che il servizio sanitario precipiti oltre nella discriminazione sociale fra chi può pagarsi le cure e chi no, promettendo brioches a chi non ha pane. Che si mantenga pure l’attuale livello di concessioni ai privati, perfino di più, naturalmente fissando compensi congrui sulla base dei costi reali ed a carico della fiscalità generale. Rimanendo in testa al Pubblico Istituzionale la vigilanza ed il controllo delle attività sanitarie. Non sembri un paradosso!

Perché la Giungla degli interessi abbia termine e non si trasformino in altrettanti motivi di delegittimazione del privato e del pubblico, nel contesto di un sistema di inattendibile concorrenza nel quale tutte le istituzioni sono coinvolte, magari alcune meno e alcune di più, in tal caso quelle che non te lo aspetti. 



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