Introduzioni
Io non mormoro parole
per quelli che verranno
perché conoscano
e ripetano
la mia tristezza e la mia umanità
io bisbiglio parole per me
e per chi può penetrarmi
io dico parole per chi può confortarmi
io urlo parole per i miei morti
jo piango parole per tutti i valichi
crudeli indifferenti e sbarrati
del vostro intendimento
Qualcosa
s’avvia a finire
altro
caparbio resiste e s’agita senza
avere negli occhi né un fiore
né un albero né
il ricordo della prima casa
dove è rimasta tanta parte di noi
la prima luce sbianca i neri contorni
delle cose
le ultime stelle alla deriva
io
La stella trovata
zampilla nel vuoto
abbagliante
ombrelli
di quiete
l’istante fermato
dilegua nel buio
il nulla è una lama di rosa
che ha pietà della morte
I girasoli
dondolano tra i carrubi
immersi
in una parrucca di nebbia
epiloghi di ansie lontane
blandiscono le stille di tempo
che ho udito quotidianamente
nella memoria
zampe favolose
rincorrono
i veli
le ombre