L’incitazione -perché di
questo si tratta –e non di
una qualche rievocazione
nostalgicadi stampo
politico – venivaniente poco di meno che dal ministro
degli Interni, Annamaria
Cancellieri, e arrivava dritto al
cuore del più azzurri degli azzurri,il Ct Prandelli,
pronto a battere ritirata
ancora di prima di avanzare: “Se serve alla Nazionale – aveva dichiarato
– non andiamo agli europei. Era prima di Italia Russia e di un 3 a zero
che ancora brucia ed era fuori controllo. Uno sfogo ha – precisato poi
il presidente federale Abete.
Scene di un pallone
sgonfiato. Di un calcio fuori controllo cheesce dagli stadi e si decide nelle tabaccherie.
Scene di un calcio che gioca un’altra partita. E non è certo
quella che gli italiani guardano in TV
Ahi Italia!
Con i suoieroi
imbarazzanti,sempre pronta
a fare il tifo per Buoffon (i)e Santi.
E non fa meraviglia che nella
stagionedel rigoreil desideriodi
ri-fare l’Italia spingaun
primo ministro tecnicoad
affermazioni choc:“per
due-tre anni – afferma Monti in conferenza Stampa -
gioverebbe alla maturazione di
questo Paese una totale sospensione del calcio”, ma primaovviamente mette le
mani avanti – “ non è una proposta mia, nè tantomeno del governo” .
Dunque?
Solo pensieri tecnici di un primo ministrodeluso da un calcio chenon è più calcio.
Così comedelusi sono tutti queitifosi che però – essendo italiani-sono già pronti a dimenticare, ad archiviare anche questa nuova
ondata di scandali calcistici o di mala politica. Fa lo stesso.
Tutti già ai postidi combattimento: davanti alla tv o
negli stadi.
Ed è certo che
non è più niente come una volta e c’è nostalgia degli anni d’oro e delle
schedine, ma la partita è la partita! E non c’è italiano che desista!
Poi magari agli Europei ritroviamo la stoffa dei
campioni, quella dei mondali del 2006 quandomalgrado lo scandalo abbiamo vinto.
Intanto facciamo ancora una la volta la stessa parte,
quella solita degli imbroglioni, dei cialtroni, dei delinquenti.
Ma davanti alla partita non c’è scandalo che tenga e
che importa se è tutto un bluff , segli unici a crederci sono gli italiani che guardano mentre in
campo si gioca un altro gioco.
L’importante è crederci e noi italiani – si sa –
crediamo a tutto purchéci
diverta purchéci convenga.
Crediamo anche a chi ci promette che nonpagheremo le tasse, a chi ci dice che la crisi non esiste a chi
cifa morire dal ridere tra
barzellette escandali .
E allora non ci resta che ridere e scommettere che in
Europa, chissà, vinceremo malgrado lo scandalo e ci riscatteremo almeno
per qualche anno.