L’avvocato di Dio di Franco Petramala

il Fondino del 08 Novembre 2019

L’avvocato di Dio

L’amico Peppino me lo ha segnalato e lo propongo.

“Anni sessanta del Settecento, Parigi. Nel salotto materialista del barone d’Holbach, un giorno Diderot propose di nominare un “avvocato di Dio”.

La scelta cadde sull’abate Ferdinando Galiani, “il quale cominciò a raccontare: un giorno venne da noi un contadino della Basilicata con sei dadi in un cornetto e scommise di lanciare subito un sei. Ci riuscì, e io, Galiani, pensai «può succedere». Egli lanciò i dadi una seconda volta e ottenne di nuovo un sei. E pensai ancora «può essere»!

Poi lanciò i dadi, tre, quattro, cinque volte e ottenne sempre il sei. Sangue di Bacco, i dadi sono truccati, seguì l’abate napoletano ospite nel salotto parigino; quando io considero l’ordine della natura, le sue leggi immutabili, le sue rivoluzioni sempre costanti attraverso una varietà in quale noi lo vediamo, malgrado cento milioni di possibilità avverse, io grido: Certo, la Natura è truccata! (1)

E se fosse così anche per le relazioni fra gli uomini? Non avremmo bisogno di diritti né individuali né collettivi né universali, né di critiche sociali per il solo fatto che qui il trucco non c’è.

Se ci fosse non esisterebbe la storia degli uomini: invece tutto è scandito, in realtà, dal ripetersi della regola e del suo difforme, in un registro diverso dalla splendida deduzione dell’Abate Galiani ed a nessuno verrebbe in mente di lasciare dietro di sé un paese in rovina ed assolversi contemporaneamente in una banale esperienza di lancio dei dadi.

A meno che non si pensi ingenuamente che il “tutto attuale”, citando Corrado Alvaro, appartenendo al mondo della commedia piuttosto che a quello della tragedia, non potrebbe che produrre buffonerie e immaginarie vittorie.

Non si può pensare di costruire con il fango e la paglia e purtroppo siamo alla quasi certezza che nulla compenserà una generazione del suo fallimento. Nemmeno allegrie ridanciane o la seriosità di inutili maestri.

 Franco Petramala

 

1)Raffaele Ruggiero - Napoli nel settecento fra periferia e orizzonti europei