il Mediterraneo di Franco Petramala

il Fondino del 23 Giugno 2019

Il Mediterraneo

di Franco Petramala

Mi hanno riferito che nelle Scuole Pubbliche le ore dedicate alla Geografia sono di diminuite. Confesso il mio disappunto. Quella materia di studio mi ha sempre sollecitato curiosità e sogni di viaggi e di esplorazione nella natura e di luoghi abitati.

Ho raccolto il consiglio di Peppino ed ho letto “il Mediterraneo”, del geografo Fernand Braudel che analizza gli eventi e gli uomini, gli animali e la flora in un racconto che prende il lettore per ciò che è stato ed è il Mediterraneo: diviso da sempre almeno in due, il nostro e l’altrui, allo stesso tempo l’uno e l’altro permeabili senza che i caratteri dell’uno e dell’altro si dileguino, caratterizzati per esempio l’uno dalla transumanza e l’altro dal nomadismo e pur sempre dal  viaggio delle migrazioni.

E cita le ondate di uomini, quelle provenienti dalle invasione arabe e da quelle turche.

Tutto il Mediterraneo è segnato dalla triade ulivo-vite-grano, e i primi due vengono esportati fuori dal Mediterraneo. Possiamo dire che il Mediterraneo comprende tre civiltà: quella dell’occidente o meglio si direbbe la cristiana, quella dell’universo dell’Islam e quello dell’universo greco di cui fanno parte i balcani includendo la Russia, guarda caso di cultura ortodossa ed influenzata dai greci  Cirillo e Metodio.

Braudel osserva “Le civiltà non sono mortali. Sopravvivono a metamorfosi e catastrofi, all’occorrenza risorgono dalle proprie ceneri, rispuntando come la gramigna”

In nessuna altra parte del mondo stanno l’uno accanto all’altro eventi come Maratona, l’esodo per la Magna Grecia, Roma contro Cartagine e la Roma Imperiale fino alla Britannia ma non fino all’Elba, Lepanto e Bisanzio, i Punici e il Magreb e Carlo Magno e Federico secondo, e l’altro Carlo V e San Francesco e Colombo, così come la replica di modelli urbani delle città, lo zappatore, il montanaro, il bovaro.

Anche oggi il Mediterraneo si racconta e  vive senza posa in attesa che indichi il futuro.

” Essere stati è la condizione per essere” 

Franco Petramala