A prescindere e per altro non dire…di Franco Petramala

il Fondino del 25 Settembre 2019

A prescindere e per altro non dire…

 

Quante centinaia di migliaia di ettari nelle zone non più coltivate, anche se tradizionalmente coltivate e coltivabili, in Italia ed in Europa ed in Asia ed In America?

Il calcolo sarebbe difficilissimo e sicuramente suscettibile di errori per difetto, dovendosi aggiungere, come in Italia, le aree destinate agli storici Usi Civici di cui in pochi conoscono destinazione e regime attuale.

Cosa fa la umanità al tempo della globalizzazione? Distrugge ettari ed ettari di foresta pluviale in Amazzonia in particolare ed in Asia anche compromettendo la funzione di quel “verde” che pure è indispensabile al Pianeta Terra ed alle sue forme di biodiversità.

E c’è chi si aspetta vaste aree di incendio in Africa !!

Forse che la distruzione delle aree boscate è un modo per diffondere la cultura della agricoltura produttiva, come si va sospettando per il caso Brasile e Indonesia e Malesia? come un succedaneo di aiuto alle popolazioni residenti in quelle aree, per così impedire i movimenti migratori? Tutto è possibile ma che sia buono e non segnato da peccato mortale !! 

1) Dunque è necessario ripopolare aree tradizionalmente vocate alla agricoltura ma non ci sono ragionevoli politiche per la immigrazione, allo scopo di formare imprenditori e tecnici e semplici operatori provenienti dall’Africa o da altre parti cui venga riconosciuto un ruolo e una funzione dignitosa sui territori di arrivo. Tuttavia non negando validità a seri interventi nei territori di crisi economica.      

2) Per aumentare le aree coltivabili in altre parti del mondo invece si disbosca anche provocando incendi devastanti, superfici che un giorno forse saranno coltivabili, intanto  distruggendo i “polmoni” per i quali vive la Terra. E’un paradosso e come al solito la idiozia, l’egoismo senza senso, la schizofrenia non riguardano soltanto gli individui ma anche le società. 

 

Franco Petramala