Quante
centinaia di migliaia di ettari nelle zone non più coltivate,
anche se tradizionalmente coltivate e coltivabili, in Italia ed
in Europa ed in Asia ed In America?
Il
calcolo sarebbe difficilissimo e sicuramente suscettibile di
errori per difetto, dovendosi aggiungere, come in Italia, le
aree destinate agli storici Usi Civici di cui in pochi conoscono
destinazione e regime attuale.
Cosa fa
la umanità al tempo della globalizzazione? Distrugge ettari ed
ettari di foresta pluviale in Amazzonia in particolare ed in
Asia anche compromettendo la funzione di quel “verde” che pure è
indispensabile al Pianeta Terra ed alle sue forme di
biodiversità.
E c’è
chi si aspetta vaste aree di incendio in Africa !!
Forse
che la distruzione delle aree boscate è un modo per diffondere
la cultura della agricoltura produttiva, come si va sospettando
per il caso Brasile e Indonesia e Malesia? come un succedaneo di
aiuto alle popolazioni residenti in quelle aree, per così
impedire i movimenti migratori? Tutto è possibile ma che sia
buono e non segnato da peccato mortale !!
1)
Dunque è necessario ripopolare aree tradizionalmente vocate alla
agricoltura ma non ci sono ragionevoli politiche per la
immigrazione, allo scopo di formare imprenditori e tecnici e
semplici operatori provenienti dall’Africa o da altre parti cui
venga riconosciuto un ruolo e una funzione dignitosa sui
territori di arrivo. Tuttavia non negando validità a seri
interventi nei territori di crisi economica.
2) Per
aumentare le aree coltivabili in altre parti del mondo invece si
disbosca anche provocando incendi devastanti, superfici che un
giorno forse saranno coltivabili, intantodistruggendo i “polmoni” per i quali
vive la Terra. E’un paradosso e come al solito la idiozia,
l’egoismo senza senso, la schizofrenia non riguardano soltanto
gli individui ma anche le società.