Haakon
VII di Norvegia, il sovrano resistente alla invasione nazista
del suo paese, lo aveva come motto.
Pensare
al proprio paese con contenuto variabile significa ingoiarlo per
poi negarlo.
Confinarlo nel regno dell’idealelo muta in “non paese” ed immaginarlo
diverso da quel che è equivale a sostenere l’idiozia che il re
di coppe è pur sempre re.
Il mio
paese non è superiore agli altri paesi, è il mio paese, punto!
l’ossessione del confronto è foriero di rovine e unicamente
uomini sono tutti coloro che li abitano !
Gli USA
osteggiano le ragioni degli “straccioni” messicani, la Birmania
quelle dei Rohingya della minoranza islamica, i convenuti a
Visegrad immaginano le loro contrade diverse da quelle
dell’Europa moderna, come nel Medioevo.
E non ci
si accorge che un “google” possa annientare la comunicazione
moderna !
La
prospettiva è che il paese maturi nella serietà e nella
solidarietà, non indulgendo sui valori che si nutrono di
memoria, a fruire migliori frutti.