La sboccatura dell’inferno di Franco Petramala

il Fondino del  29 Novembre 2020

La sboccatura dell’inferno

di Franco Petramala 

Si dice che questo sia l’anno della fame: di cibo di virtù di panorami aperti di proponimenti pur senza futuro!

Ma anche di perversi che ci propongono di tornare nelle tende, lasciate da un bel po’, addirittura per curarsi da gravi crisi polmonari.

Sulla terra fedelissima ai padroni, indigeni o venuti da Nord o da Sud o da est, fa capolino, così per adornamento dei villici indolenti, un Masaniello di giornata come il cocco di prolifiche galline che non durando poi molto, illude di potere realizzare un grande pollaio starnazzante perché diventi addirittura una nazione “una unita e indivisibile” dacché è trina in diaspora e segnata da differenze geologiche orizzontali.

Furbi sciamani con le zampette di gallina al collo professano esperienze di alto profilo quando basterebbe ascoltare le raccomandazioni della nonna.

Cavalli Ragionieri che contano i soldi degli altri e di chi ha poco o niente. Spesso disonesti e ignoranti non aspettano altro che scappare.

Lazzaroni con il viso coperto e travestiti da omini delle istituzioni.

Intanto i più tornano contemporanei dell’Alto Medioevo quando si era certi che Giuda fosse calabrese e pure di Scalea, giacché “Iscaliota” è di certo più assonante che “Iscariota.

Ma questa terra, dov’ è? La risposta sarebbe urgente perché si starebbe per staccare dal Continente…e definitivamente perdersi chissà dove o affondare del tutto, come la “Zattera di Pietra” descritta da Saramago.

Franco Petramala