Si dice che questo sia l’anno della fame: di cibo di
virtù di panorami aperti di proponimenti pur senza futuro!
Ma anche di perversi che ci propongono di tornare nelle
tende, lasciate da un bel po’, addirittura per curarsi da gravi
crisi polmonari.
Sulla terra fedelissima ai padroni, indigeni o venuti da
Nord o da Sud o da est, fa capolino, così per adornamento dei
villici indolenti, un Masaniello di giornata come il cocco di
prolifiche galline che non durando poi molto, illude di potere
realizzare un grande pollaio starnazzante perché diventi
addirittura una nazione “una unita e indivisibile” dacché è
trina in diaspora e segnata da differenze geologiche
orizzontali.
Furbi sciamani con le zampette di gallina al collo
professano esperienze di alto profilo quando basterebbe
ascoltare le raccomandazioni della nonna.
Cavalli Ragionieri che contano i soldi degli altri e di
chi ha poco o niente. Spesso disonesti e ignoranti non aspettano
altro che scappare.
Lazzaroni con il viso coperto e travestiti da omini
delle istituzioni.
Intanto i più tornano contemporanei dell’Alto Medioevo
quando si era certi che Giuda fosse calabrese e pure di Scalea,
giacché “Iscaliota” è di certo più assonante che “Iscariota.
Ma questa terra, dov’ è? La risposta sarebbe urgente
perché si starebbe per staccare dal Continente…e definitivamente
perdersi chissà dove o affondare del tutto, come la “Zattera di
Pietra” descritta da Saramago.