Parole semplici, per
chiunque fra le più inquietanti, per il religioso e per l’ateo.
Perfino per Platone che si dice lo avessero indotto al
“parricidio” intellettuale nei confronti di Parmenide di Elea,
città magnogreca ubicata in territorio di Ascea sulla costa del
Cilento salernitano.
Eppure la civiltà umana ha
vissuto del senso di quelle paroline; esse si offrono, sì, alla
percezione dell’assoluto, ma insinuano anche il refolo del
relativismo estremo che, se riferito all’etica, preoccupa.
Vero è che nell’oggi siamo
senza più il credere alle utopie sociali che guidavano lo
sguardo verso l’orizzonte, mentre gli zoccoli tutto calpestando
facevano danni. Il capitalismo ormai finanziario, egoistico e
cieco, procede con lo sguardo piantato in terra, quasi mai
ispirato al senso del futuro ed all’orizzonte.
In mezzo la missione del
sopravvivere si nutre di nichilismo che di quelle otto paroline
elaborate nel 500 a.c. pure esso si alimenta.