Palazzi alti alti di ferro e cemento dove abita il denaro,
confini fra stati che scompaiono e ricompaiono con il vento
all’indietro, fischia sinuoso infido e traditore.
Pressappochismo e indecisioni: finora la Unione Europea.
Essa infine riappare dalla nebbia pur se ultimamente ormeggiata
nel profondo del sogno. È la voglia di ritenerla unita questa
Europa, fuori dal gioco egocentrico di conquistarla e asservirla
a chicchessia come sostiene Draghi.
L’idea di Europa unita ispirava dapprima Carlo Magno e poi
Federico II° *, ispirati dalla universalità cristiana, finché
quella idea non è rimasta impigliata tragicamente nelle
politiche tedesche e nazistiche della prima metà del secolo
scorso.
Al disastro succedette l’idea di Europa e di Europa unita. Però
sottoposta ormai allo stress costante di attribuirle il
potere-dovere di mantenere la pace e la prosperità dei popoli in
un contesto inclusivo di parità fra tutte le nazioni.
Ma in tale rigidità quotidianamente si avverte la fuga di
qualcuno da quel contesto e, recalcitrante, butta dalla sua
maschera il livido della sopraffazione, della intolleranza e
dell’egoismo a base razzista.
Il Patto Italia/Francia, dopo quello Francia/Germania blocca il
processo di indebolimento dello spirito europeistico poiché lo
promuove con il rafforzamento del realismo in un contesto di
bene comune europeo da perseguire.